Cultura e Spettacoli

Gli amici del Conte la fecero grossa?

Nato a San Severo nel 1772 e morto a Torremaggiore nel 1857, Matteo Fraccacreta fu docente multidisciplinare presso il seminario vescovile del paese natio. Fu anche poeta. Come tale non è passato alla storia. La sua opera principale, ‘Teatro topografico storico poetico della Capitanata e degli altri luoghi più memorabili e limitrofi della Puglia’ è opera storica monumentale ma farraginosa per il capriccio dell’autore di raccontare tutto in versi. Nonostante l’infelice impostazione letteraria che ne pregiudica pesantemente la fruizione, il Teatro del Fraccacreta ha rappresentato e rappresenta tuttora una ricchissima miniera di informazioni storiche ; non a caso è segnalato tra le fonti del ‘Corpus inscriptionum Latinarum’ di Theodor Mommsen  e de ‘L’Italia pontificia’ di Paul Kher. Tra le molte chicche ne scegliamo una che risale al 1089. Era il mese di maggio di quell’anno quando la Contessa Matilde di Canossa accompagnata dal suo seguito scendeva lungo la costa adriatica per andare a venerare l’Arcangelo Michele. Approdata sulle coste di Lesina, fu invitata dal normanno Conte Petrone, signore di Lesina, a riposare con tutto il seguito nella sua fastosa magione, un castello che sorgeva in frazione Ripalta. In onore dell’illustre ospite il Conte allestì un sontuoso banchetto innaffiato da molto vino. Fu forse il vino il responsabile del fattaccio. Pare che durante la notte, ancora ebbri, i valletti, i paggi e gli altri amici e commensali del Conte andassero a bussare insistentemente alle porte delle damigelle di Matilde in cerca di facile piacere. Subito informata, Matilde, indignatissima, si affrettava ad abbandonare il castello. Ma la gran dama non era tipo da tenersi tanto oltraggio. Allora “per vendicarsi fece assediare il castello tanto che per vie sotterranee e canali molti guastatori oprarono a che le acque del vicino lago, di dodici miglia di giro, corressero senza ritegno ad assorbire chi, uscendo fuori di ogni termine, diede negli eccessi. Tanto seguì, restarono i carnali pasto de’ pesci”. Dunque, il Conte Petrone e i suoi uomini (i “carnali”) sarebbero  morti affogati. Ma allora il castello sorgeva in una depressione? Impossibile (e poi una località non può chiamarsi a caso Ripa-alta….). Il gesto sa più di dispetto che d’azione militare. Al massimo questi ‘guastatori’ manomisero chiuse coprendo d’acqua la strada d’accesso al castello. Ma poi, siamo sicuri dell’esistenza del fatto? Il pellegrinaggio di Matilde e l’esistenza del Conte Petrone sono cose storicamente documentate. Dell’oltraggio alle damigelle parla solo il Fraccacreta. Se non inventò tutto, raccolse dicerie fiorite intorno ad un casuale allagamento dei sotterranei del castello avvenuto all’indomani della partenza di Matilde e compagni alla volta di San Michele.

Italo Interesse


Pubblicato il 25 Ottobre 2012

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