Cultura e Spettacoli

“Ho voluto celebrare la grande e splendida figura di Raffaello”

Una lezione spettacolo di storia dell’arte per illustrare al grande pubblico la immensa figura di Raffaello. La terrà, con la solita competenza, il noto critico di arte Vittorio Sgarbi il prossimo sedici febbraio a Bari, a teatro Palazzo (sipario ore 21,00). Il titolo della serata (durata circa tre ore) è, appunto “Raffaello”, e si inserisce nell’ ambito delle celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte dell’artista. Sgarbi comunque non è affatto nuovo a queste lezioni teatrali. Ha cominciato nel 2015 con Caravaggio, poi ha spostato il suo obiettivo su Michelangelo, Leonardo da Vinci e oggi Raffaello. Quello barese è un progetto artistico di assoluto pregio e qualità, firmato anche da Valentino Corvino e Domenico Giovannini. Vi prendono parte sei artisti: Elide Blind, Nicolò Faietti, Domenico Giovannini, Mikkel Martinsen, Simone Tacconelli e Simone Vacca. I prezzi dei biglietti vanno da trentotto a quarantaquattro euro. Il Quotidiano ha intervistato Vittorio Sgarbi.

Sgarbi, da che cosa nasce questo spettacolo?

“Ho voluto celebrare, come del resto ho in precedenza fatto per altri geni della storia dell’ arte italiana, la grande, splendida figura di Raffaello. Forse su di lui il compito è più difficile”.

Perchè?

“Egli non mostra elementi di vita vistosa come per esempio Caravaggio. Tuttavia, realizza opere importanti e insiste su un contesto teologico. Possiamo dire che con Raffaello si realizza una teologia della pittura”.

Le sue sono vere lezioni di storia dell’arte sotto forma di spettacolo…

“Hanno sicuramente un valore didascalico, perchè no. Occorre elevare il livello della cultura della gente. Devo dire, però, che pur essendo uno spettacolo abbastanza lungo, circa tre ore, la gente non si annoia e anzi rimane appassionata, concentrata. Penso che sia opportuno per comprendere meglio il tema, che gli spettatori leggano, prima di venire, qualche cosa su Raffaello. Io cerco di semplificare in modo divulgativo e non è una impresa semplice. Tuttavia, credo che fare cultura, di questi tempi, sia opera davvero meritoria, come lo è quello dei teatri che si prestano a tali lodevoli iniziative. Non parlo naturalmente solo della mia”.

Lei viene spesso a Bari, ormai è di casa. Che cosa ne pensa?

“Mi piace, l’apprezzo, specie il suo colore e la gente. Anche la buona tavola. Ma…”

Ma?

“Il restauro del teatro Margherita non si può vedere, proprio non mi va giù. Quel teatro è stato stuprato. Bisogna dirlo al sindaco”.

Via Sparano?

“Non cambio idea, non apprezzo”.

Bruno Volpe

 

 


Pubblicato il 7 Febbraio 2020

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