Cultura e Spettacoli

Il cambiamento della città di Bari nel tempo

Davide De Lucia, in arte “Halley Seyeder”, è un giovane artista pugliese, ideatore del blog www.halleyseyeder.blogspot.com e creatore del video intitolato “Time vs Photo”, nato con lo scopo di paragonare le foto della città di Bari scattate negli anni ‘40, con le foto degli stessi luoghi rivisitati nel presente. Il video, in poco più di un mese, ha già ottenuto un grande riscontro tra i social network più quotati. Lo scopo del video, è quello di visionare il cambiamento della città nel tempo, definendo il tempo come “quarta dimensione della fotografia”.

Davide, parlaci del tuo video “Time vs Photo”. Di cosa tratta?

Tutte le fotografie hanno una quarta dimensione, il tempo. Questo video serve ad esprimere il potenziale della quarta dimensione. Spesso definiamo la fotografia come una “rappresentazione di qualcosa”, dimenticando in realtà che è più corretto definire la fotografia come una “rappresentazione di qualcosa in un determinato arco di tempo”.

Da cosa è nata l’idea di realizzare questo video?

Ho digitalizzato alcune vecchie polaroid per salvarle sul computer. Nel rivedere le vecchie foto, mi son visto ovviamente molto cambiato. Ho quindi pensato: non cambiano solo le persone all’interno delle fotografie,  cambiano anche i luoghi e le ambientazioni. Sarebbe bello poter paragonare il cambiamento dei luoghi, nel corso del tempo.

Nella prima parte del video vengono mostrate foto di alcune zone della città di Bari degli anni ‘40 che, messe a confronto con la realtà attuale, evidenziano dei netti cambiamenti. Nella seconda parte del video invece, lo scenario cambia, poiché le foto rappresentano una Bari più recente, anni ’90. Una Bari in cui in più di un decennio, i cambiamenti sono risultati poco rilevanti e poco visibili. Secondo te da cosa è dipesa questa staticità?

È la dimostrazione che i grandi cambiamenti richiedono tempi di lavorazione più lunghi. La prima parte del video è per me qualcosa di astratto: rappresenta una città che io non ho mai visto, perché non ero ancora nato. La seconda parte invece, descrive il cambiamento che è avvenuto nel corso della mia personale vita, dato che negli anni ‘90 ero un bambino. Quindi mi riguarda in prima persona.

A chi si rivolge il video? E che tipo di messaggio vorresti trasmettere?

Il video non ha un pubblico di riferimento ben definito, certo, essendo un video fruibile in rete e condiviso sui social network, ha un pubblico prevalentemente giovanile. Paradossalmente, il messaggio che voglio trasmettere è il seguente: con questo video ho creato una traccia storica in più, una sorta di anello mancante: in futuro, si potrà vedere “un video del passato che descrive il passato”. Tre tempi distinti in un solo video. Forte, no?

Di cosa ti occupi nella vita?

Sono prevalentemente impegnato in ambito sociale e occasionalmente collaboro con varie aziende che hanno bisogno di consulenza e servizi grafico pubblicitari.
Dedico all’arte il mio tempo libero, sono diplomato in arte e architettura.

Da quale esigenza nasce il nome d’arte “Halley Seyeder”? E cosa sta a significare?

È un nome d’arte quasi casuale. Nato per scherzo tra i banchi del liceo, richiama la cometa di “Halley” (parola composta da sei caratteri come il mio nome), insieme alla lettura al contrario della definizione inglese “Red Eyes” (parola composta da sette caratteri, come il mio cognome ). Red Eyes , significa letteralmente “occhi rossi” ed era una definizione usata in America per definire gli artisti americani, nei primi anni del ‘900. È un nome forse buffo, ma non ho mai avuto l’esigenza di cambiarlo, perché racchiude in sé una particolarità utile sul web: non ci sono casi di omonimia. Chi cerca me, trova solo me.

Quanto credi sia importante la storia di una città, dei suoi luoghi, dei suoi monumenti?

Molto importante, il luogo descrive lo stile di vita di chi lo abita. In Italia poi, abbiamo il 70% del patrimonio artistico mondiale. Credo però che questa condizione non sia ben sfruttata, perché a scuola insegnano la storia nazionale, non locale. Bari fortunatamente ha una sua storia e devo dire che è una città storicamente davvero interessante.

 Qual è la cosa che ti ha maggiormente colpito tra i cambiamenti avvenuti nella nostra città?

Nel rivedere le foto del passato, ho apprezzato molto le strade libere da automobili e cartelloni pubblicitari. Secondo me la città di Bari sarebbe stupenda se riducesse questi due elementi, anche in futuro.

Che tipo di riscontro sta ottenendo il tuo video?

Il video ha aumentato la mia popolarità. Posso affermarlo con certezza, perché da quando il video è online, ho ricevuto tantissime iscrizioni al mio canale youtube ed al mio profilo twitter. Senza contare i commenti ed i contatti via e-mail. Questo è il primo riscontro che noto in un mese dalla pubblicazione. Se poi il video mi regalerà altre soddisfazioni, solo il tempo potrà dirlo.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Di progetti ne ho molti, è questo il problema. Tanti progetti, poco tempo per realizzarli. Di sicuro una cosa: non sono il tipo di artista che si chiude da solo in una stanza per dipingere un quadro. Le mie opere devono essere fruibili online. “Le nostre azioni non valgono niente se nessuno le nota”, diceva un saggio. L’arte va quindi espressa su internet, perché con il web si raggiunge un numero di fruitori maggiore, rispetto ai mezzi di comunicazione tradizionali.

Nicole Cascione

 


Pubblicato il 3 Luglio 2012

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