Cronaca

“Il Covid rallenta, ma dove siamo rimasti con le liste d’attesa?”

Come fare a recuperare il tempo perso nei ricoveri all’interno dei vari ospedali pugliesi che hanno segnato il passo per quasi un anno, causa la dannata pandemia da Covid/19? E il dramma delle liste d’attesa, fino a sei/nove mesi per diagnosi che sarebbero urgentissime? Ora che c’è maggior respiro nei vari reparti, dato l’allentamento della morsa da virus, sembrano esagerate e tutte improntate all’ottimismo le esternazioni dei responsabili del Dipartimento Salute della Regione Puglia. Capi e capetti che promettono a tutto spiano un piano di recupero delle decine di migliaia di prestazioni sanitarie dimenticate in questi mesi a causa del Covid. Un piano da attuare con prestazioni aggiuntive e in straordinario, tenendo reparti aperti e macchinari accesi dalle 8 alle 20, facendo ricorso a finanziamenti governativi, che hanno spinto il Partito della Rifondazione Comunista a tornare sul tema su cui più volte siamo intervenuti. Con maggiore moderazione. <<In realtà le problematiche sono più vecchie e sistemiche e le liste d’attesa lunghe sono evidenza di epoche antecedenti alla pandemia COVID19, che ha stressato le disfunzioni organizzative. E’ di tutta evidenza -si legge in un comunicato del Prc- che nei nostri territori il tempo di accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche supera ormai sempre più spesso i tempi massimi di attesa, che per le prestazioni differibili devono essere 30 giorni per le visite e 60 giorni per gli accertamenti diagnostici, con grave disagio dei nostri concittadini che vedono a rischio la propria salute e che si vedono costretti quando si può economicamente a rivolgersi al privato o altrimenti sempre più spesso a rinunciare alle cure>>. Insomma, il governo delle liste di attesa deve fare i conti, nella nostra Regione, con troppe disfunzioni organizzative e strutturali, a cominciare dalle difficoltà a rispettare leggi e norme, come il Piano Nazionale Gestione delle Liste di Attesa, sia quello dell’ottobre 2010, che il recente ‘PNGLA’ del febbraio 2019, nei quali era chiaramente previsto il ricorso a prestazioni aggiuntive o il ricorso ad attività intramoenia a favore delle ASL, spettando al cittadino il pagamento del ticket se dovuto, per abbattere i tempi delle prenotazioni. Ma da non trascurare pure le ripercussioni del Piano di Riordino Ospedaliero fortemente voluto da Presidente Emiliano sul sistema sanitario e sui cittadini, con l’assenza di riscontri sui tempi e sullo stato della riconversione delle strutture chiuse, la realizzazione di quanto previsto, oltre che una riqualificazione delle strutture rimaste. Rifondazione non dimentica neppure la mancata attenzione al fabbisogno di posti letto per acuti, attraverso ragionamenti epidemiologici e non ragionieristici,   che non possono garantire la corretta gestione della domanda di salute della popolazione e il mancato potenziamento del territorio per garantire iter diagnostici e terapeutici rapidi, efficaci ed efficienti. A questo punto è necessario che il Responsabile del Dipartimento Salute pugliese tenga anche presente la mancata presa in carico territoriale delle cronicità, le dimissioni protette e le cure domiciliari integrate, con la mobilità passiva che incide sui costi della sanità pugliese, oltre al costo sociale per i cittadini. Ma il Prc pugliese, ovviamente, per finire punta il dito anche sulla mancata attenzione alle fasce deboli della popolazione, i portatori di disabilità, gli anziani, la salute mentale e le dipendenze, aree su cui dovrebbero vigilare anche i Sindaci dei Comuni. Insomma, anziché proclami l’ex partito di Nichi Vendola ha deciso di entrare nel merito delle questioni, riconoscendo che la pandemia ha “”….stressato i nodi critici della sanità pugliese, per cui chiediamo di discutere delle politiche sanitarie che si stanno attuando e si intendono adottare nei prossimi anni con il Presidente Emiliano e con l’Assessore alla sanità Lopalco, per trovare soluzioni valide a difendere il “bene comune salute” e il diritto costituzionale (art. 32) dei cittadini alle cure migliori possibili””.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 8 Giugno 2021

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