Cultura e Spettacoli

“Il fiore del deserto”

Il 6 gennaio 1999 a Mesagne si teneva la XXVI edizione della Cavalcata dei Magi. La riproduzione del cammino che circa duemila anni fa portò questi Sapienti dal più remoto Oriente alla grotta di Betlemme era inframmezzata dalla drammatizzazione di brevi ‘momenti biblici’ (le messe in scena ebbero luogo, nell’ordine, sul piazzale dell’Immacolata, in piazza Orsini del Balzo, sul prato del Castello e nello spiazzo antistante il Presepe vivente). Le relative drammaturgie – affidate a Spartaco Colelli, Vito Maurogiovanni, Anna Santoliquido e Antonio Rossano – vennero messe in scena da teatranti locali, sostenuti dalla partecipazione straordinaria di Vito Signorile e Tina Tempesta, diretti da Ettore Catalano. Fu un grande successo. Nessuno tuttavia pensò a raccogliere in un testo quegli atti unici. Sicché costa non poca fatica, ora, andare in cerca di ‘Stanotte a mezzanotte (Maurogiovanni), ‘I Magi ed Erode’ (Rossano) e ‘L’Adorazione’ (Colelli). Nessuno ricerca affannosa, invece, per ‘Il Battista’ di Anna Santoliquido,  che a maggio di quest’anno Nemapress Edizioni ha avuto la sensibilità di dare alle stampe. Nel suo ‘Battista’ Anna Santoliquido si applica con cristiana passione nel coniugare l’altezza della parola con l’esigenza comunicativa specifica del teatro. I risultati migliori li raccoglie con l’introduzione di un coro (i cui componenti vestono tutti una tuta nera) al quale è affidato il  compito di colmare le inevitabili lacune di una narrazione fortemente compressa. La voce del coro – nel quale si percepisce il fiato del Cielo, della Storia e del popolo – avvolge il racconto facendo risaltare il rude ed ispirato carattere del Battista. Accenti poetici esaltano tale carattere : “Signore… il miele selvatico mi dà il sapore della tua dolcezza, i fiori che spuntano mi profilano il tuo volto… nel vento ti ascolto”. E nel vento si spande questa “voce nel deserto” che “attraversa il tempo” e che come “tuono ha bussato al cuore degli uomini”. La decollazione del Battista – comandata da un Antipa dagli “occhi di brace” dinanzi alla sconcia coreutica di Salomè e raccontata facendo il vuoto e il buio sul palcoscenico mentre dalle quinte giungono urla strazianti – proietta il martire verso l’Alto : “Dorme il profeta, con la testa mozza e il Paradiso negli occhi… sia benedetto per sempre il fiore del deserto” (ancora il coro). Impreziosiscono il volumetto cinque intriganti illustrazioni a china di Michele Damiani che ritraggono Salomé, cinque uomini di età matura, Gesù, l’Angelo Gabriele e Giovanni Battista (in copertina, vedi immagine). L’opera si presenta in doppia lingua : la traduzione in inglese è di Janet Mary Wing.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 15 Luglio 2022

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