Cultura e Spettacoli

Il fuoco invece del tritolo, povero Colombo

Nel tardo pomeriggio del 20 gennaio 1949, a Taranto, due giovani, uno di 22, l’altro di 24 anni, venivano arrestati all’uscita da un’abitazione di Corso Umberto, nei pressi del Ponte Girevole. Erano Biagio Bertucci, già motorista della Marina Militare, e Clemente Graziani, un ex combattente della Repubblica Sociale (il quale in seguito avrebbe dato vita a Ordine Nuovo). Nella mattinata dello stesso giorno, alla Stazione Termini di Roma, le forze dell’ordine fermavano altri cinque uomini, in procinto di salire su un treno diretto a Taranto. I cinque, tutti ex marò della X MAS, stavano raggiungendo Bertucci e Graziani, i quali, al momento dell’arresto si stavano recando alla stazione di Taranto a rilevarli. Dalle valigie dei cinque vennero fuori cinque chili di tritolo… Non fossero arrivate per tempo le forze dell’ordine, di lì a qualche giorno i tarantini avrebbe udito un botto spaventoso provenire dal porto, un’esplosione di quelle da risvegliare in tutti la memoria della fatale notte dell’11 novembre 1940, quando aerosiluranti inglesi fecero strage della nostra flotta raccolta nel Mar Piccolo. Sì, quegli uomini stavano organizzando un sabotaggio e danno di un’unità della Marina Militare Italiana… Quanto andiamo a raccontare fa parte della storia del Cristoforo Colombo (nell’immagine), una nave scuola che la Regia Marina, unitamente alla Amerigo Vespucci, adoperava per l’addestramento degli allievi ufficiali. Nel dopoguerra, in ottemperanza al Trattato di pace siglato a Parigi, l’Italia s’impegnava a cedere quel veliero all’Unione Sovietica, insieme a una nave da battaglia, un incrociatore ed altro naviglio tra cacciatorpediniere, torpediniere e sommergibili. La notizia della cessione, e proprio all’Unione Sovietica, paese dove ancora a quattro anni dalla fine del conflitto erano ancora prigionieri moltissimi soldati italiani, sollevò grandissima indignazione negli ambienti rimasti nostalgici della Marina Militare. Nel ragionevole (visti i fatti) timore di colpi di mano, durante gli ultimi mesi prima della consegna vennero prese eccezionali misure di sicurezza : ronde sia sulla banchina che in tutto il porto e – intorno alle carene delle navi destinate ad essere cedute – ispezioni subacquee ogni trenta minuti, Il 9 febbraio 1949 la Cristoforo Colombo lasciò il porto di Taranto alla volta di Augusta, dove il 12 febbraio passò formalmente in disarmo, ammainando la bandiere della Marina Militare e issando quella della Marina Mercantile in attesa della consegna. Essa avvenne il 2 marco nel porto di Odessa. Ribattezzato ‘Dunaj’ (Danubio in russo) e assegnato alla 78ª Brigata di addestramento, il veliero venne utilizzato saltuariamente come nave scuola fino al 1959, anno in cui passò alle dipendenze della Scuola Superiore del Ministero della Marina, che nel 1960 la destinò all’Istituto Nautico di Odessa. Nel 1961 la Cristoforo Colombo sarebbe dovuta essere sottoposta a importanti lavori di manutenzione, che mai furono iniziati. Nel frattempo venne disalberata ed adibita a nave di trasporto per il legno finché nel 1963 bruciò insieme al suo carico nelle acque del Mar Nero.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 13 Febbraio 2019

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