Cultura e Spettacoli

“Il teatro è odore di grasso, di umido, di mortadella…”

‘Cara Anna Magnani…’ sembra l’incipit della lettera di un ammiratore, come si diceva una volta. Un ammiratore appassionato, ma così rispettoso da rinunciare alla tentazione di rivolgersi al proprio idolo col pubblico nomignolo : Nannarella. Un incipit, dunque, poco confidenziale, sussurrato, tuttavia caldo. Tre parole che fino all’ultima non lasciano presagire se il prosieguo avverrà con l’ardire del ‘tu’ o la prudenza del ‘lei’. Una lettera che si annuncia ricca di lodi e anche di curiosità. Una di queste curiosità potrebbe essere :  Nannarella amò più il cinema o il teatro? Proviamo a rispondere noi : Per quanto il secondo abbia arrecato alla Magnani maggior lustro del primo, verrebbe da dire : il teatro. Perché solo su un palcoscenico invece che su un set una come Anna Magnani poteva sfoderare l’arma migliore : l’esuberanza viscerale, la carica interiore prepotente e arcaica, da cui un carisma che intimidiva e un caratteraccio di cui fecero le spese anche divi e registi famosi. Il sospetto nasce da una battuta felicissima contenuta in ‘Cara Anna Magnani’, un testo della nostra Caterina Costantini andato in scena al Nuovo Abeliano nell’ultimo fine settimana : “Il teatro è odore di grasso, di umido, di mortadella…” La grande interprete romana si fece le ossa calcando le assi dei peggiori cinema-teatro, ‘santuari’ dell’avanspettacolo, postacci dove generazioni di teatranti si immolarono offrendosi in pasto a platee prevenute e crudeli. Erano quelli locali fatiscenti, privi dei più elementari comfort, che davano di sporco, habitat di lavoratori tanto appassionati quanto senza fortuna, povera gente per cui un panino con la mortadella poteva essere l’unico pasto della giornata… Procedendo per stralci (brevi monologhi, molte canzoni, aneddoti), ‘Cara Anna Magnani’ racconta il maggior talento femminile del cinema italiano e una donna dal carattere complesso, nonché la sua Roma e Cinecittà, l’Italia, prima dei telefoni bianchi, poi della guerra, della ricostruzione, infine del bum economico. Una messinscena diretta dalla stessa Costantini che si presenta volutamente asciutta, spartana (anche troppo). Dopo un avvio come in salita, specialmente nella seconda frazione ‘Cara Anna Magnani’ regala i momenti migliori. Forte di una presenza scenica che la avvicina naturalmente all’insuperata interprete capitolina, Caterina Costantini non si risparmia e conferisce spessore allo spettacolo ; con lei sono in scena Carlo Ettorre ed Emiliano Ottaviani. – Prossimo appuntamento al Nuovo Abeliano per la rassegna Actor, sabato 15 e domenica 16 febbraio. In  cartellone : Questo amore’, coreografie di Leandro Annese ispirate dall’omonima poesia di Jacques Prévert. Con la partecipazione di Vito Signorile.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 28 Gennaio 2020

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