Cronaca

In che mani siamo in questa città?

 

Se in giunta al Comune di Bari siedono assessori morosi, perché da oltre un anno non pagano all’Azienda comunale di vendita i corrispettivi per i loro consumi di gas metano, e forse anche altri debiti personali di altra natura, allora in che mani siamo in questa città? A porsi questo interrogativo sono molti dei baresi che, attraverso le colonne di questa testata, nei giorni scorsi hanno appreso che il Comune di Bari è attualmente gestito anche da qualche assessore che non adempie regolarmente al pagamento delle fatture dell’Amgas srl, la società comunale barese che gestisce la vendita del metano nel capoluogo. Assessori che, pur avendo dette pendenza, da oltre un anno e mezzo non subiscono neppure l’interruzione del servizio da parte dell’Azienda somministratrice, perché continuano a ricevere l’erogazione del metano, come qualsiasi altro utente che paga regolarmente le forniture. Un trattamento di favore, questo, che – secondo qualche bene informato – l’Amgas srl non riserva indistintamente a tutti gli utenti morosi, ma solo ad alcuni personaggi che, in un certo qual modo, sono direttamente o per vie traverse vicini all’Amministrazione cittadina. La stessa che, come è noto, nomina i vertici aziendali delle due partecipate di proprietà del Comune di Bari che, in città, si occupano  del metano. In questo caso, però, i morosi cronici che godono del privilegio di non essere interrotto il servizio sarebbero, paradossalmente, addirittura esponenti stessi dell’Amministrazione barese che siedono, nella sala “Massari” del Palazzo di corso Vittorio Emanuele, al tavolo a cui si decidono dettami, sovvenzioni e strategie. E quindi le sorti stesse delle Aziende partecipate comunali di cui sono debitori morosi. Una situazione, infatti, che, al di là dei  casi specifici di probabile favoritismo, getta verosimilmente molte ombre sull’intero sistema di gestione delle Società comunali baresi e non soltanto sull’Amgas srl, interessata dalle scandalose morosità di qualche esponente consigliare e di alcuni assessori comunali. E mentre molti comuni utenti baresi dell’Amgas srl, corretti nei rapporti contrattuali, si indignano quando apprendono di episodi di mala gestione nelle partecipate comunali e della squallida strafottenza di certa classe politica e dirigenziale barese, all’Amgas srl anziché occuparsi di mettere ordine nella riscossione delle pendenze, o stabilire criteri oggettivi ed imparziali per la gestione dei contenziosi aperti a causa di morosità croniche, pare che ci sia stato qualche solerte dirigente che, dopo la diffusione della notizia sugli assessori inadempienti con i pagamenti, si sia preoccupato di far mettere a punto sofisticati meccanismi interni finalizzati a rendere segrete le posizione debitorie degli utenti. O, forse, finalizzati a tentare di scoprire attraverso quali canali certe notizie scandalose, come quella dei trattamenti di favore riservati a certi amministratori comunali, possano essere trapelate all’esterno dell’Azienda. Ed, in particolare, giungere anche stampa locale. In somma un tentativo di bloccare la fuga di notizie scomode alla “casta” che nel capoluogo non disdegna di approfittare anche di quei piccoli e meschini privilegi che un amministratore comunale riesce ad accaparrarsi con strafottenza e senza più un minimo di pudore. Infatti, se certi comportamenti irriguardosi nei confronti della collettività, oltre che delle istituzioni di cui sono a capo, da parte di taluni politici sono ormai considerati un fatto quasi naturale, di cui evidentemente non si vergognano nemmeno, non lo sono ancora di certo per la stragrande maggioranza dei cittadini baresi che, seppur consapevoli di certi episodi di mala politica e cattiva gestione, riescono ancora ad indignarsi per il livello di disamministrazione a cui è la città di Bari. Una città dove per certi centri di potere la parola “pudore” è stata soppressa, essendosi di fatto costituita una sorta di fratellanza massonica tra le diverse forze politiche e sociali in campo. Infatti, da tempo a Bari le barriere tra maggioranza ed opposizione sembra che siano scomparse, o quantomeno indebolite, vista la quasi assenza di una benché minima forma di efficace opposizione e, quindi, di controllo alla maggioranza di governo cittadino. Un’assenza che nuoce gravemente alla democrazia, perché di fatto l’uno copre l’altro in una sorta di convivenza o, meglio, convenienza che soddisfa esclusivamente gli esponenti della “casta” cittadina, ma che danneggia sicuramente la stragrande maggioranza dei baresi. E vale a dire l’intera città. Infatti, non ci risulta che finora né da parte della maggioranza, né tantomeno da parte delle forse di opposizione presenti a Palazzo di Città si siano preoccupate, alla luce di certe gravi notizie, di sollecitare l’istituzione di una commissione comunale d’inchiesta sulla situazione interna alle società partecipate del Comune. E, questa volta, neppure il sindaco Emiliano pare si sia preoccupato di dire: “O ti dimetti tu, oppure paga almeno le bollette arretrate del gas!” a qualche suo assessore moroso cronico con l’Amgas srl. Almeno tale sollecitazione i baresi se la sarebbero aspettata dal loro sindaco. Invece no! Evidentemente l’episodio non è isolato e questo modo di fare è forse una prassi ormai consolidata per certi politici comunali baresi.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 11 Settembre 2013

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