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Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Bari, un groviglio sempre più impenetrabile

 

Non è trascorso molto tempo da quando gli occhi delle varie amministrazioni pubbliche locali erano puntate quasi ogni giorno sull’A.S.I., il consorzio per lo sviluppo Industriale di Bari e comuni limitrofi. E infatti il Consiglio Regionale pugliese, come si ricorderà, a fine settembre d’un paio d’anni fa aveva accolto la proposta del Presidente delle , Francesco Damone,  di assegnare all´assessore al Commercio dell’epoca Capone un termine di un mese esatto per effettuare accertamenti e valutazioni in merito alla gestione dell´A.S.I. di Bari e di soprassedere alla discussione della proposta di legge presentata da Ignazio Zullo (PdL),  finalizzata a istituire una Commissione d´inchiesta sulla gestione del Consorzio stesso. Ma se di tempo è trascorso, appunto, e mai nulla è stato riferito al Consiglio di via Capruzzi su verifiche e valutazioni condotte dalla Regione e dalla struttura stessa, rinforzata dalla primavera scorsa con un nuovo direttore generale, esperto proveniente dalla Provincia di Bari, Onofrio Padovano, i ‘boatos’ parlano ancora di “….forti dissidi interni al Consiglio di Amministrazione”. Dissidi che si ripercuotono con penalizzazioni assai pesanti per i comuni di Bitonto e Modugno, al punto da diventare tema spesso all´ordine del giorno di Consigli Comunali. Si apprende che anche la Procura della Corte dei Conti avrebbe avviato accertamenti in merito a tre ipotesi di reato amministrativo-contabile inerenti il lodo arbitrale per un appalto per il 4° Intervento per la realizzazione di infrastrutture all´interno di una maglia del territorio compreso nel Consorzio, il licenziamento ed il successivo reintegro di un dipendente e il collocamento a riposo e per raggiunti limiti di età e la contemporanea stipula del contratto di diritto privato per il Direttore Generale. Di qui un´interrogazione del consigliere Ignazio Zullo risalente alla fine dell’estate di due anni or sono, ai presidenti del consiglio e della giunta, rispettivamente Onofrio Introna e Nichi Vendola, con cui si chiedeva di conoscere se erano state condotte dall’assessore regionale competente le indagini volute dal Consiglio Regionale. Ma anche la Procura della Repubblica ha messo gli occhi sull’Asi, dopo un’altra interpellanza urgente al presidente della Giunta Vendola e all’assessore allo sviluppo economico sulla fin troppo “celere assegnazione di un suolo alla ditta Ladisa, da parte del Consorzio Asi di Bari”. “E’ sorprendente – si leggeva nella nota di Zullo a fine settembre 2011 – leggere che il direttore generale del Consorzio ASI di Bari, Girolamo Pugliese, consideri un esempio d’efficienza l’assegnazione del suolo, in soli due giorni, alla ditta Ladisa, chiedendo addirittura alla ditta Lobuono di cedere una parte dell’area ad essa assegnata, per consentire alla Ladisa di non perdere i finanziamenti deliberati dalla Regione per circa 5 milioni di euro. L’efficienza amministrativa – proseguiva l’esponente del Pdl – è sempre da giudicare positivamente ma quando diventa troppa ed in funzione di un singolo soggetto, è francamente diabolica, perché incide negativamente nell’accesso ai finanziamenti di altre ditte in graduatorie che, per altre inefficienze amministrative dello stesso Consorzio Asi o di altre P.A. non riescono ad accedere ai finanziamenti.

 

Le domande sugli appalti riguardanti manutenzione delle strade e costruzione del Canile

 

Nel frattempo sui giornali, qualche settimana fa, anche sul Consorzio di Sviluppo Industriale barese sono stati pubblicate le storie dei super-stipendi con benefit annessi e connessi, mentre nonostante inchieste e accuse più o meno sottese, niente e nessuno riesce a far luce sulla gestione dell’Ente. Insomma, come si sussurra nelle solite sacrestie di enti e aziende collegate baresi, l’A.S.I. di Bari <…è ancora lontano da occhi indiscreti  e nessuno riesce a sapere niente circa le prevaricazioni ai danni dei Comuni di Modugno, Bitonto e Giovinazzo che sono stati di fatto estromessi dalla sua gestione>>. Il Consorzio che ha visto dimissionario perfino il Sindaco Emiliano dalla sua guida, poi, sembra non prendere in considerazione compiti primari come la manutenzione delle strade, delle infrastrutture e dei servizi di base, nella sicurezza, nell’igiene ambientale. Tutte causa per le Aziende del Consorzio Industriale d’una oggettiva perdita in termini di competitività sul mercato. Ma il Consorzio secondo i detrattori annidati in aziende e comuni limitrofi, agisce “con metodi assolutistici” in una gestione “totalitaria” del management, a discapito della partecipazione dei Sindaci dei Comuni facenti parte, mentre la Regione Puglia ha assunto merito nella pagella sociale pubblicata dal Sole 24 Ore solo nella voce ‘Governance’, che presuppone il governo partecipato della P.A”. A questo punto sarà importante comprendere se altre imprese che partecipano ai bandi licenziati dall’Asi possano avvalersi della stessa “efficienza” usata nei confronti della ditta di ristorazione barese. Anzi, a questo punto occorrono risposte chiare anche sull’appalto per la costruzione del nuovo Canile Municipale del capoluogo (con una spesa tripla rispetto all’importo del progetto originario), ma anche sulla corretta gestione dell’Ente e graduatorie per l’assegnazione dei suoli. Una matassa, nel panorama degli enti a partecipazione pubblica locale, sempre più intricata da sbrogliare nonostante indagini, interrogazioni e interpellanze….hic sunt leones!

Francesco De Martino


Pubblicato il 11 Settembre 2013

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