Cronaca

“Io che vivo in quel tugurio sul lungomare, non ci sto altri due o tre anni, come vorrebbero loro….”

Giuseppe Marcato era arrabbiatissimo con quelli del Comune e berciava via cellulare, un po’ di tempo fa: “mi hanno abbandonato tutti. E sapete che m’ha detto il nuovo sindaco e l’assessore al patrimonio? Che io là, nel tugurio sul lungomare, dovrei rimanerci per altri due o tre anni, almeno fino a quando non finiscono di costruire le nuove case popolari, a Carbonara. Ma vi sembra giusto? Non è possibile, non è giusto, venissero lui e gli altri politici come lui a starci là dentro. Ora mi devono ricevere, mi devono sentire e decidere qualcosa, altrimenti io informo su internet Renzi e la Meloni, di quello che sto passando. Sono stato zitto per tutta la campagna elettorale, li ho lasciati in pace tutti prima e dopo le elezioni ma adesso basta. Devono starmi a sentire…>>. Insomma, il povero Marcato non vuole proprio tornare e restarci, nella catapecchia dietro ai capannoni dell’ex supermercato ‘Gs’ sul lungomare di Cagno Abbrescia, più solo e abbandonato che mai. E ora torna a sfogarsi, dopo che un annetto fa era su tutti i giornali e tv locali grazie alla manifestazione organizzata dai pochi volontari che in silenzio lo stavano aiutando. Cinquantuno anni e quattro figli, un maschio di ventiquattro e tre femmine, Giuseppe Marcato ha perso il lavoro da parecchio tempo e i lavoretti saltuari che gli sono rimasti non bastano più; adesso, appunto, è di nuovo solo e senza troppe speranze di risolverli, i suoi problemi infiniti, visto che sono spariti daccapo sindaco, presidente circoscrizionale e assessori. E così continua a vivere in quella che qualcuno chiama casa: un immobile che definire fatiscente è davvero troppo. Tre stanze adattate a cucina, bagno e camera da letto, in compagnia di topi grossi come scoiattoli che ogni tanto Nicola, il figlio poco più che ventenne, rincorre e uccide a badilate. Non c’è luce perché Giuseppe non ha i soldi per pagare le bollette e lui non è un ‘occupante’ benvoluto, ammaliato e rispettato dagli amministratori municipali, come quelli dell’ex Rossani: a lui l’energia elettrica non la paga il Comune o la Regione vendoliana. L’acqua, invece, per fortuna gli arrivava di notte. Ora non sappiamo, eppure Marcato non è un rom o un clochard e lui in dormitorio o sotto le tende della Croce Rossa vicino alla Fiera non ci va: sarà pure un senza tetto, ma è anche un operaio specializzato ed ora che è rimasto daccapo privo di lavoro, è stato costretto anche a dare i cani che aveva, non potendoli più sfamare. E assieme ai suoi cani, ora sono spariti tutti, soprattutto chi aveva promesso di aiutarlo, ovviamente in campagna elettorale. E così ieri Giuseppe parlava al cellulare e s’arrabbiava, aspettando l’incontro al Comune col primo cittadino, martedì prossimo. O l’altro martedì ancora, magari, se almeno mantenessero le promesse, qualche volta….

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 25 Marzo 2015

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