Cultura e Spettacoli

La bellezza prepotente del gesto

Le ultime tendenze coreutiche si stanno facendo sempre più oltranziste, compiaciute, intransigenti, elitarie. Fatalmente si vanno arenando alle frontiere del pensiero e della materia col risultato di smarrire ogni fertilità. Ha senso andare oltre? C’è chi si ostina ad affermarlo, comportandosi di conseguenza, mentre i più scuotono il capo invocando la necessità di una pausa di riflessione. Quasi una sirena, allora, torna a risuonare il richiamo seducente della grazia primordiale del gesto. Un ritorno però che fugga le secche di un pensiero classico privo di curiosità, ripetitivo e stancamente narcisista, del quale troppe volte siamo stati testimoni. La tradizione che sappia guardarsi attorno trova nel presente come arricchirsi senza snaturarsi o dar vita a ibridi senza personalità. A queste condizioni è lecito parlare di riscoperta (e non di ripiego). Il nuovo fenomeno – che ha un po’ l’effetto di una finestra spalancata in una stanza da troppo tempo rimasta chiusa – va destando stupore qua e là. Il più recente acuto in tale senso si è registrato sabato scorso al Nuovo Abeliano, dove era in cartellone ‘Sogno di una notte di mezza estate’, una produzione AltraDanza. Nella  regia di Mimmo Iannone, che firma anche le coreografie, il racconto delle bizzarrie di Puck, Oberon, Titania e compagni è affidato a due narratori e dodici danzatori. Il lavoro dei primi (Vito Signorile e Antonella Di Noia) intervalla quello di Rossella Brescia, Antonella Di Noia e dello storico corpo di ballo di AltraDanza alla cui selezione e valorizzazione Iannone lavora fruttuosamente da anni. Nell’inevitabile adattamento, la vicenda ruota intorno al tema della restituzione dell’amore alla purezza primigenia, restituzione che avviene liberando il più alto dei sentimenti delle incrostazioni lasciate dal calcolo, l’astuzia e la meschinità. Tale bisogno di assoluto giustifica la ‘tentazione classica’ di cui sopra e che nel bel lavoro di Iannone trova conferma vistosa nelle scelte musicali (la celebre e mirata composizione di Felix Mendelsshon). Questo intelligente ritorno alla tradizione fa sì che la purezza del gesto riemerga in tutta la sua prepotente bellezza e ritrovi armonia, seduca, appaghi. Notevole l’energia espressa da Alessia Carbone, Michele Colaizzo, Paola De Filippis, Silvia Sun Di Pierro, Ida Frau, Daniela Gianuzzi, Stefania Longo, Rosalia Moscato, Serena Pantaleo e Federica Resta. Hanno contribuito al successo : Daniele Milillo (direzione tecnica), Roberto De Bellis (lighting designer),  Luca Ippolito (fonico), Milena Di Nardo (maitre de ballet), Maria Meoni (manager event), Arianna Gambaccini (costumi), Gianni Pantaleo (organizzazione).

Italo Interesse

 


Pubblicato il 24 Luglio 2018

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