Cronaca

La ‘Dad’ non è scuola: bocciata la strategia della Regione

Ci risiamo: domani, venerdì 26 marzo saranno nuovamente a Bari, nei pressi della sede del Governo Regionale genitori, studenti e docenti impegnati oramai da oltre un anno a chiedere la riapertura delle scuole e gridare che la “”DaD non è Scuola””. Per loro (…e non solo) le scuole in Puglia sono state chiuse troppo a lungo: il piano per la riapertura (appena approvato) è già naufragato e la strategia della paura dei contagi a scuola si scioglie al tepore dei risultati di una recente ricerca che mette a confronto i dati sulla diffusione dei contagi nel 97% delle scuole italiane. Lo studio, a cura di un team di epidemiologi, medici, biologi e statistici, smentisce i continui allarmi dell’Assessore regionale alla Salute: la chiusura delle scuole non influisce significativamente sugli indici di trasmissione. La Regione, che ha emesso la prima ordinanza di chiusura di tutte le scuole (comprese quelle del primo ciclo) già lo scorso 20 Ottobre, vanta un triste primato. E cioè, dopo la Campania, vanta soli 48 giorni di scuola, contro i 112 di città lombarde, tanto per fare un esempio e nei giorni scorsi, in occasione della presentazione del piano regionale a contrasto della povertà educativa che investe i minori pugliesi, la stessa Regione ha dichiarato un innalzamento del tasso di abbandono scolastico giunto ormai al 16% nella fascia 6-16 anni. I decisori politici non possono ignorare tali dati come non si può ignorare la grande percentuale di docenti pugliesi già vaccinati. Un anno di Didattica a Distanza, insomma, è un anno perso per la gran parte degli studenti, soprattutto per chi della scuola ha più bisogno: i più piccoli, le più piccole, i preadolescenti e i ragazzi specialmente i/le più fragili.  Rifiutiamo l’idea di affidare bimbi e bimbe ad un monitor (che spesso è un software) perché riteniamo che la scuola senza relazioni umane sia inutile (nonostante il lavoro svolto dai docenti), se non addirittura dannosa. Le scuole chiuse favoriscono il disagio psicofisico di alunni, genitori ed insegnanti. E non basta. Se la chiusura delle scuole rappresenta una scelta politica apparentemente senza costi per lo Stato, in realtà tutto ricade sui genitori (che al Sud significa soprattutto le donne), per cui appare quanto mai insufficiente la riapertura delle sole scuole primarie, per l’unico fine di garantire la ripresa delle attività economiche. Crediamo, infatti, che la scuola non sia un mero strumento di conciliazione, ma sia innanzitutto un’Istituzione: il luogo dove si coltiva il futuro del Paese. Cosa chiedono i manifestanti che si schiereranno pacificamente domani sul Lungomare Nazario Sauro? Al Governo Nazionale garantire l’apertura delle scuole il 7 aprile, eliminando ogni discrezionalità delle Regioni in ordine alle chiusure e utilizzare le risorse del <<Recovery Fund>> per potenziare le risorse umane, cancellare le classi pollaio, rinnovare e migliorare l’edilizia scolastica e recuperare i danni derivati dalla DaD, senza scordare di intervenire sull’edilizia scolastica per avere luoghi sicuri per una scuola in presenza e in sicurezza, con spazi aperti, accessibili e adeguati, incrementando il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile. E al Governo Regionale? Dismettere ogni prerogativa in materia di istruzione e didattica con provvedimenti di chiusura o di semi-chiusura delle scuole, con finanziamenti nazionali ed europei per il potenziamento delle risorse umane nel settore scolastico, per l’efficientamento e il miglioramento dell’edilizia scolastica, ma anche di chiedere la revisione delle norme sulla composizione delle classi prime di ogni ciclo in modo da ridurre a venti il numero massimo di alunni per classe. Davanti alla sede della Regione Puglia, domani mattina dalle 10 in punto, dunque, appuntamento per una giornata con musica, teatro, letture per bambine e bambini. Con distanziamento e nel rispetto delle misure anticovid. In piazza saranno presenti anche lavoratori e lavoratrici dello spettacolo, arte e cultura, anche loro costretti da un anno a una chiusura indiscriminata, senza reddito e senza una programmazione per la ripresa delle attività dello spettacolo, arte e cultura. A Lecce l’appuntamento è in via XXV luglio, vicino alla Prefettura, a Vico del Gargano in mattinata davanti al comprensivo scolastico.

 

Antonio De Luigi

 


Pubblicato il 25 Marzo 2021

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