Cronaca

La follia si chiama terzo stadio

Verso la seconda metà degli anni ottanta la Commissione FIFA incaricata di valutare l’idoneità degli impianti sportivi in vista di Italia 90, bocciò il Della Vittoria. Una bocciatura fortemente pilotata da un trust locale di imprenditori e politici : i primi premevano per lucrare sulla costruzione di un nuovo stadio, i secondi per usare quest’ultimo come lasciapassare per l’assegnazione dell’edizione del 1997 dei Giochi del Mediterraneo. Entrambi ebbero quello che volevano. Ma passata l’ebbrezza di quei giorni, ora si guarda con distacco e lucidità alla doppia malefatta : la costruzione di un impianto di concezione superata e l’abbandono di un gioiello architettonico (il glorioso Della Vittoria). Che fare del (preteso) e cadente capolavoro di Renzo Piano, adesso che violenze, polemiche e prepotere Tv hanno allontanato dal calcio le folle di un tempo suggerendo l’idea di impianti più piccoli ? E’ presto detto : se ne fa l’ennesimo pretesto per macinare quattrini a spese del Pantalone di turno (il contribuente locale in primis, quello nazionale in seconda battuta). Piano, la cui faccia non si sa più dove sia andata a finire, è già pronto a rinnegare la sua decantata ‘astronave’, ovvero a stilare un progetto di ristrutturazione molto vicino all’obbrobrio perpetrato a Cagliari (al Sant’Elia hanno eliminato la pista d’atletica ed eretto gradinate nei semicerchi delle antiche curve, rimaste squallidamente inutilizzate alle spalle delle nuove scalee). E  già che ci siamo si parla pure (era ora) di risanare l’area più prostituita d’Italia costruendo alberghi, centri medici specializzati e altre strutture sportive, forse multisala, ipermercati… Il tutto al modico prezzo di quaranta milioni di euro. Tuttavia alcune cose non sono chiare : Chi paga, chi gestisce, chi guadagna? E, indirettamente, chi verrebbe escluso dalla spartizione della nuova torta? Di follia in follia, si parla allora di un nuovo impianto, questa volta di proprietà della Bari 1908 e sul modello dello Stadium juventino (impensabile, si capisce, destare il Della Vittoria dal suo letargo). Sicché è teoricamente possibile che un domani Bari si ritrovi con tre-stadi-tre, di cui il più piccolo accoglierebbe non meno di 25mila spettatori. Cifre da  capitali del calcio, e non solo italiano. Il tutto a fronte di una piazza appassionata quanto si vuole ma che per una ragione o per l’altra in un secolo di storia è solo riuscita a rientrare nell’élite delle squadre della serie cadetta, dove con 45 presenze (inclusa la presente) la Bari si posiziona quarta alle spalle di Modena (50), Verona (52) e Brescia (59). Troppo poco per sognare traguardi da cui una carenza di tradizione ci distanzia senza speranza.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 31 Marzo 2017

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