Cultura e Spettacoli

La locomotiva correva e il freno non funzionava…

C’è un aggettivo che andrebbe abolito quando mezzi di trasporto si trovano coinvolti in incidenti dalla dinamica complessa e dagli esiti particolarmente vistosi. Chissà certa gente cosa trova di ‘spettacolare’ in due aerei che si scontrano in volo o in due tir carichi di liquidi infiammabili che collidendo ad un incrocio danno vita ad un rogo, specie se in tutto questo qualcuno ci rimette la vita. Siamo forse al circo, allo stadio, al teatro o al cinema? Eppure, persino quando quei due convogli sulla Bari-Barletta si sono scontrati frontalmente togliendo la vita a ventitre persone qualche  cronista a corto di fantasia (e di buon gusto) ha rispolverato quell’aggettivo. Chissà quel bravo collega quale altro aggettivo avrebbe tirato fuori dalla penna dinanzi ad un disastro come quello documentato dall’immagine. Siamo a Parigi, è il 22 ottobre 1895, sicché oggi ricorre il 121esimo anniversario di quella sventura. Sono le 16:00. Proveniente da Granville, il treno espresso 56 è prossimo alla stazione di Montparnasse. Corre un po’ troppo però. A metà del percorso il macchinista l’ha lanciato a tutta velocità per recuperare un ritardo di nove minuti del quale è responsabile. Al momento di decelerare l’uomo si accorge che il freno non funziona. Chiede allora l’intervento del capotreno per far azionare il freno a mano, ma senza risultato. Si potrebbe ancora azionare il controvapore, cioè invertire il moto delle ruote motrici, facendo girare lo stantuffo al contrario. Purtroppo la locomotiva è troppo lanciata, non c’è più tempo. Così, il treno travolge i respingenti, attraversa la stazione, sfonda il muro di facciata e si ferma dieci metri più in basso, in rue de Rennes. Siccome tutti i vagoni erano rimasti all’interno della stazione, non vi furono vittime tra i passeggeri. Si salvò persino il macchinista, che successivamente venne condannato a due mesi di prigione e 50 franchi d’ammenda ; la salvezza sua e del fochista si deve al fatto che, poco prima dell’impatto, i due scavalcarono il tender (il vagoncino porta carbone) e cercarono rifugio nel più prossimo vagone. Il capo treno se la cavò con un’ammenda di 25 franchi, a che titolo non si sa. A parte una passante ferita, l’unica vittima fu tale Marie-Augustine Aguilard, che lavorava in una vicina edicola. Particolare curioso, la donna quel giorno era lì eccezionalmente, in  sostituzione del marito. Inoltre, a ucciderla non fu la locomotiva bensì un pezzo di muratura. Il funerale della donna fu pagato dalla compagnia ferroviaria e ai suoi due figli fu corrisposta una rendita. Quanto alla locomotiva, restò quasi intatta. Dopo quattro giorni di lavoro per risollevarla e il tempo necessario in officina, tornò in servizio.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 22 Ottobre 2016

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