Cultura e Spettacoli

La Lupa ringhia e morde

Quella de La Lupa è storia di foia, d’invidia e di miseria. Trasferita ai giorni nostri la vicenda vedrebbe i suoi già grevi contorni esaltati da media solleciti a pescare nel torbido e a frugare fra panni lerci stesi in piazza. Ma considerando le cose con più attenzione, la Lupa non è forse serva di una natura maligna e selvatica contro cui poco può una volontà indebolita dall’ignoranza? Non minore pietà merita il povero Nanni, chiamato dalla sorte a fronteggiare una situazione insostenibile per una personalità di caratura modesta. Forse allora è il caso di smussare le asperità della tragedia verghiana  adagiando sui protagonisti un velo tenero e umido di pianto. E’ quanto fa Francesco Casulli il quale col sostegno alle musiche di Girolamo Di Pace dà vita a un dramma musicale  andato in scena a più riprese in quel di Accetta Grande, storica masseria del tarantino. Si potrà discutere se tutti i testi si prestano a essere voltati in musica, resta il fatto che quelle due migliaia di spettatori che per tutto luglio si sono raccolti sulla tribunetta elevata all’interno di uno dei cortili di Accetta Grande hanno trovato ragione di compiacersi di una puntigliosa ricostruzione ambientale, di luci e costumi adeguati e di una regia di gusto quasi cinematografico ; emblematico il commento di un anziano spettatore il quale, in un momento di grande movimento in cui lo sguardo doveva orientarsi lungo uno spazio di una trentina di metri, si lasciava scappare un : Sembra di stare come al cinemascope… (considerando questo, gli spettatori collocati in basso e in posizione centrale hanno goduto meno di chi stava in cima alla gradinata e ai bordi della stessa). Nell’insieme, ci pare che ‘La lupa, tormento di un amore’, questa imponente coproduzione (La Rupe, Terra di Puglia), abbia raggiunto l’ambizioso obiettivo di partenza : integrare l’offerta culturale del teatro di qualità con le seduzioni della civiltà contadina ed enogastronomiche di casa nostra. ‘Terra e sangue’, come ai coraggiosi organizzatori è piaciuto battezzare questo progetto innovativo, segnala una volontà addirittura feroce di restare in vita e non smarrire il culto della bellezza. Un titolo opportuno, che fra le righe rende omaggio a generazioni di eroici e anonimi cafoni su cui una Storia bugiarda sorvola colpevolmente. Appassionato il contributo del cast al cui interno, come nelle previsioni, una versatile  Ketty Volpe (che ben si disimpegna anche col canto) ringhia e morde. Applausi anche per i coprotagonisti (Valentina Rota e Gianbattista Recchia) e i generosi Oronzo Caramia, Michele Bafaro, Enzo di Pace, Giuseppe Marraffa, Ilaria Nigri, Lina Penna, Girolamo Di Pace e Barbara Miraglia.

Italo Interesse


Pubblicato il 25 Luglio 2012

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