Cronaca

“La mia è solo invocazione a senso collettivo di responsabilità”

Con riferimento al nostro servizio pubblicato venerdì scorso dal titolo: “L’ira dei professionisti bitontini per un’accusa troppo generica del sindaco Abbaticchio”, riceviamo e doverosamente pubblichiamo una nota  di precisazioni del Primo cittadino di Bitonto, Michele Abbaticchio per l’appunto, e con cui sostanzialmente rettifica, tra l’altro, un concetto (ossia “la sconfitta della mafia a Bitonto con la cultura”) attribuito ad una sua dichiarazione che invece, come lo stesso riferisce nella precisazione, sarebbe sostanzialmente solo una erronea estrapolazione giornalistica fornita a suo tempo con il titolo di un vecchio articolo (ndr – di altra testata!) che lo ha riguardato. Invece, per quanto ci riguarda restiamo doverosamente a disposizione per ogni ulteriore informazione, riflessione, chiarimento e approfondimento che il Primo cittadino di Bitonto, ma anche qualsiasi altro lettore, vorrà comunicare pubblicamente alla Città attraverso questa testata. Evidenziando, però, che non spetta di certo a noi interpretare o estrinsecare il pensiero o i contenuti reconditi di talune generiche affermazioni. Ecco le precisazioni del sindaco Abbaticchio:“Dall’ultima relazione del Dipartimento delle politiche antidroga in Parlamento, come scrive Daniela De Crescenzo per Il Mattino, “c’è il camionista che prima di mettersi in viaggio compra la palletta da tredici euro e il professionista che acquista la dose dal suo spacciatore personale per cento euro”.Nessuno, dopo aver letto questo rapporto e il relativo articolo, si è sognato di catalogare tutti i professionisti o tutti i camionisti come cocainomani.Ma la statistica, come quella delle infiltrazioni mafiose in appalti o operazioni elettorali anche in Puglia, deve spingerci a riflettere.Lasciando stare il falso perbenismo o le operazioni di facciata.Come vice presidente nazionale di “Avviso Pubblico”, associazione di enti locali per la lotta contro le mafie e la corruzione di quasi 500 enti locali e regionali in Italia, ho il privilegio di ottenere aggiornamenti continui sulla vita delle organizzazioni mafiose.Mi preme, pertanto, specificare che il mio intervento (estrapolato da una conferenza stampa sul tema del welfare in Città) sul quale si è concentrato un articolo della vostra testata giornalistica, è da intendersi come una invocazione alla presa di responsabilità da parte di tutti i cittadini e istituzioni sul tema delle mafie pugliesi, nell’ambito del quale sono stati fatti degli esempi statistici estrapolati proprio da rapporti ufficiali. Non è ovviamente un fatto circoscritto a Bitonto. Anzi.Non si deve far finta di ignorare che le mafie pugliesi vivono anche grazie alla droga che viene consumata, cercata ed ottenuta.Le categorie di consumatori sono diverse, secondo il rapporto suddetto, con una indicazione specifica su quelle più abbienti in relazione alle droghe più costose, come appunto l’eroina e la cocaina.Da questo punto di allarme dobbiamo ripartire insieme, unitamente alle associazioni, scuole e Comuni (magari con una riforma legislativa antidroga più concreta) per contrastare un fenomeno dilagante: non certo ignorando il problema o nascondendolo sotto il tappeto o, peggio, accusando chi ne parla come un untore malefico. Resto a disposizione per approfondire il tutto a beneficio dei cittadini, pregandoLa di evidenziare una correzione ad una attestazione attribuitami mai pronunciata: Bitonto non ha sconfitto la mafia con la cultura (un titolo di un vecchio articolo di giornale attribuito allo scrivente) ma certamente rivendica di essere ricca di un patrimonio ed offerta culturale straordinari (tanto da essere la prima pugliese inserita tra le dieci finaliste di capitale italiana della cultura 4 anni fa) nonostante le mafie pugliesi. Nonostante la lotta che ci accomuna contro quest’ultime ogni giorno”.

 

 


Pubblicato il 8 Marzo 2022

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