Cultura e Spettacoli

La mimica degli antichi

L’irresistibile inclinazione alla gestualità che è tipica del nostro Mezzogiorno troverebbe spiegazione nel fatto che per più di mille anni il meridione d’Italia è stato luogo di transito per migliaia di pellegrini diretti in terra Santa e di insediamento per invasori giunti indifferentemente da nord e sud. In difficoltà di comunicazione con tanti stranieri, i nostri avi dovettero fare ricorso alla gestualità per farsi capire. Questa ‘abitudine’, radicandosi nel nostro dna, ha lasciato una traccia indelebile nei nostri costumi. In generale tutti gli italiani gesticolano, tant’è che i Francesi ci beccano bonariamente dicendo che quando gesticoliamo noi italiani sventoliamo il tricolore. Quest’arte però è più avvertita al di sotto che al di sopra di Roma. Veri maestri della gestualità sono i napoletani. Il primo a studiare questo primato fu Andrea De Jorio, un canonico-archeologo nato a Procida il 16 febbraio del 1789. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, De Jorio deve la sua fama a ‘La mimica degli antichi investigata nel gestire napoletano’, un libro pubblicato nel 1832. L’originalità di questo studio sta nell’aver individuato una continuità tra passato e presente con particolare riferimento alla comunicazione non verbale in uso presso gli antichi Greci e ricavata dalle raffigurazioni presenti sui reperti archeologici. Questo tema secondo alcuni studiosi farebbe del De Jorio il primo entografo della mimica. ‘La mimica degli antichi’ è infatti corredato da molte e preziose tavole a china che illustrano come si impone il silenzio, come si fa marameo, come si invita a fare attenzione… Un’intera sezione è dedicata al gesto delle corna. Esistono più di cento modi di fare le corna : Non è mai casuale l’uso della mano sinistra, della destra o di entrambe. E il gesto accompagnato da una veloce rotazione ritmica del polso oppure  da un movimento ondulatorio del palmo segnalano intenzioni diverse. E il modo di protendere il braccio, l’allargare il pollice piuttosto di tenerlo aderente all’indice, sono modi differenti di respingere il malocchio, scacciare l’invidia, alludere a un coniuge fedifrago… Inizialmente salutato dal successo, il libro finì col rivelarsi un boomerang proprio a causa della sezione dedicata alle corna. Quando per invidia o stupidità qualcuno mise in giro la voce che il suo autore era iettatore, per De Jorio fu la fine. A parlarne è Alexandre Dumas in un’antologia di racconti ispirati alla vita del popolino partenopeo e scritti dal romanziere francese quando venne a visitare Napoli e l’Italia meridionale. In un capitolo si legge che “il canonico Orioni” (sicuro anagramma di De Jorio, osserva il Croce), dopo aver lungamente chiesto un’udienza a Ferdinando I, riuscì ad ottenerla solo il giorno in cui il Borbone morì…

Italo Interesse

 


Pubblicato il 16 Febbraio 2023

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