Cultura e Spettacoli

La ‘miniera’ del sergente

L’ultimo lavoro di Vitoronzo Pastore (‘Coraggio e lacrime dalla Russia, 1941-1943 ; SUMA Editore 2021) si muove nel solco aperto dai precedenti lavori, che scavano fra le tante testimonianze lasciate dai nostri militari impegnati sui fronti delle guerre mondiali. Alcune pagine svelano squarci amaramente ironici. Il sergente Tarquinio Manlio, per esempio, ricorda un episodio occorso sul fronte del Don nel corso della sciagurata campagna dell’ARMIR : Manlio aveva appreso dagli “anziani” dell’esistenza di una “miniera favolosa”, una riserva di ogni ben di Dio nascosta tra i ruderi di una casa semidistrutta, probabilmente un magazzino viveri abbandonato dai Sovietici in ritirata. Reso “nero come un temporale” dalla fame e atterrito dalla prospettiva di diventare “come un cavallo da tiro russo”, una sera il sergente decide di fare una visita alla ‘miniera’. Chissà… Accompagnato dal fido Beppe, Manlio si inoltra prudentemente su “un terreno del tutto scoperto e facilmente visibile dall’altra riva del fiume” (dove erano appostati i cecchini nemici). Ma ecco l’imprevisto : gente che si muove intorno alla casa (“non erano i nostri”). Ai due tocca nascondersi dietro “alcuni arbusti spelacchiati”. La vista di quelli che con sacchi e sacchetti armeggiano “dalla miniera alla superficie” (evidentemente il deposito era sotterraneo) manda in bestia il sergente. Forse quelli stanno finendo di vuotare il magazzino e quelle sono le ultime cose ! “Era come se mi stessero a togliere i calzini dai piedi senza levarmi le scarpe”. Il primo impulso del sergente è fare fuoco. Lo trattiene il buon senso : i nemici (anzi, i predoni concorrenti) dispongono di “fucili automatici a tamburo” e la spianata agevolerebbe il lavoro dei tiratori scelti. Dopo pochi minuti quelli incominciano a tagliare la corda. Fremente, Manlio li osserva allontanarsi sacco in spalla. Poi, quando sono a un duecento metri… “Non ne potevo più ! Allentai una fucilata che ebbe per effetto di far mollare un sacchetto a uno di essi… tutti gli altri al secondo colpo mollarono il carico per galoppare”. Il doppio sparo scatena “un mezzo putiferio” : Dai fortini italiani, “risvegliatisi come per incanto” cominciano a partire raffiche di mitraglia. Approfittando del fuoco di copertura, Manlio e il Beppe vanno “a fare rifornimento”. Peccato che il bottino non sia pane, carne in scatola, frutta secca, marmellata, miele, burro o vodka, bensì una decina di chili di patate, forse tutto quello che era rimasto nella ‘miniera’. Patate, pazienza, meglio che niente. Patate destinate a bollire dentro gavette poggiate sulla stufa, misero integratore ad un rancio che “bastava appena a stuzzicare un dente”.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 25 Agosto 2021

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