Cronaca

“La nostra situazione è insostenibile”

“La nostra situazione è insostenibile”: lo sfogo è di Nicola Parente, armatore, proprietario di peschereccio a Mola, spesso portavoce dei problemi della marineria molese che come tutte le marinerie, è in subbuglio e agitazione per il caro gasolio. Lo abbiamo intervistato.

Parente, quali sono i vostri problemi?

“Partiamo da una cosa: l’informazione, specie quella pubblica. Di fatto i nostri problemi sono ignorati, i tg non ci dedicano spazio come sarebbe giusto. Fatte salve alcune brevi parentesi nei tg regionali, a livello nazionale della situazione della pesca si dice poco o nulla. Vale lo stesso ovviamente con quelle commerciali. Evidentemente importiamo poco e le nostre difficoltà non interessano né al governo, né a chi informa”.

Che cosa rende difficoltoso il vostro lavoro oggi?

“Il grande problema, al momento irrisolvibile, è il caro gasolio arrivato da 0, 60 a 1, 20 al litro, raddoppiato. Tutto questo rende assolutamente anti economico e improduttivo uscire per mare. Che senso ha? Ammesso che prendo pescato per 1300 euro, ne devo pagare 1200 di gasolio. E i costi dell’equipaggio che il più delle volte è in compartecipazione? La manutenzione del mezzo che il sale del mare mangia, anzi divora? Al momento la spesa viva supera o pareggia nel migliore dei casi i ricavi”.

Siete soddisfatti da quello che fa il governo Draghi?

“La politica ci ignora, siamo stanchi e sfiduciati. Tutta, la gestione della situazione da parte di chi governa è insoddisfacente. A Draghi chiediamo di fare per il gasolio quello che ha ottenuto in Europa, cioè mettere un tetto al gasolio. Ovvero, in caso che superi i 0, 60, il resto se lo accolli lo Stato. Non accettiamo mancette, come accaduto di recente, ma vogliamo interventi reali, strutturali”.

Le vostre associazioni di categoria che fanno?

“I primi responsabili della situazione, lo scriva, sono loro. Parlo dei nostri sindacati che hanno concordato di recente accordi che non ci soddisfano. Non ci sentiamo adeguatamente rappresentati, questa è la verità”.

In poche parole andare per mare, stando così le cose non ha senso…

“Certo. Che usciamo a fare? Tra costo del gasolio e quello dell’equipaggio al quale io devo dare uno stipendio dignitoso o è in compartecipazione, mi dite a che cosa si riduce l’utile? Non ricaviamo niente e ci rimettiamo persino. Dispiace che questa situazione si ripercuota sulla gente che chiede il pesce italiano e per i prezzi alle stelle del prodotto che è poco. Però viviamo un momento delicato, ignorati da chi ci governa e bastonati da costi elevatissimi. Per non tacere dalla burocrazia”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 4 Giugno 2022

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