Cultura e Spettacoli

La Puglia non si dichiarò repubblicana

Settant’anni fa aveva inizio il più importante Referendum della storia del nostro paese. Fu una consultazione storica : per la prima volta votavano le donne ; il che spiega in parte un afflusso alle urne mai più ripetuto e pari all’89,1%  degli aventi diritto. I seggi si chiusero dopo quarantott’ore. Allo spoglio delle schede risultò vincente la repubblica con uno stentato 54,3%. Il fronte monarchico fece ricorso alla Corte di Cassazione invocando il fatto che moltissimi italiani non avevano potuto votare, come i prigionieri di guerra che ancora si trovavano all’estero e i residenti di quelle province del nord-est non ancora restituite alla sovranità italiana ; i monarchici, inoltre, sostenevano che il numero dei voti registrati era superiore a quello degli elettori, segno che nel disordine di quei giorni molti avevano impiegato documenti falsi per votare più volte… I reclami vennero però respinti dalla Corte di Cassazione il 18 giugno 1946. Vediamo come si distribuirono le percentuali. Per quanto in Piemonte, regione storicamente legata a casa Savoia, la repubblica vincesse col 56,9 %,  orientativamente la monarchia si affermò a sud. Fu il caso di Napoli, città ad elevata percentuale di popolazione di preferenza monarchica, dove i risultati del referendum accesero gli animi a tal punto che e la contestazione monarchica si trasformò in una battaglia per le strade. Un corteo cercò di assaltare la sede del PCI in via Medina per togliere una bandiera tricolore priva dello stemma sabaudo, ma da un mezzo blindato della polizia partirono raffiche di mitragliatrice che uccisero nove manifestanti, mentre altri 150 rimasero feriti. Significativi a proposito di preferenze i dati pugliesi, e relativi a due sole circoscrizioni (furono 31 in tutta Italia), quella di Lecce, corrispondente grosso modo alla vecchia Terra d’Otranto dal momento che abbracciava anche le province di Taranto e Brindisi, e quella di Bari, comprendente anche il foggiano : nella prima circoscrizione la monarchia si affermò al 75,3%,  e nella seconda il successo toccò il 61%. – Nell’immagine un modello di scheda elettorale. Balza subito agli occhi che le indicazioni sono in doppia lingua. Il tedesco fu inserito a beneficio di quei comuni del bolzanese -Anterivo, Bronzolo, Cortaccia, Egna, Lauregno, Magrè, Montagna, Ora, Proves, Salorno, Senale-San Felice e TrodenaSalorno, , Proves, Senale-San Felice e Trodena – in quel momento facenti parte della provincia di Trento (unica provincia del nord-est italiano non oggetto di contesa internazionale e quindi non soggetta al governo militare alleato o jugoslavo, a differenza delle province di Bolzano, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Zara).

Italo Interesse

 


Pubblicato il 2 Giugno 2016

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