Cultura e Spettacoli

La Salata, oasi archeologica naturalistica

A parte il territorio di Canosa, la Puglia si presenta avara di catacombe. Di notevole resta solo La Salata, una necropoli del III – IV sec. che comprende oltre trecento sepolture distribuite in otto ipogei. Si presume fosse il cimitero della vicina villa romana di Merino, un luogo di produzione d’olio e vino (da ciò ci si può fare un’idea delle dimensioni ragguardevoli di quell’azienda agricola). Quei loculi furono ricavati sfruttando la friabilità del tufo di un costone di falesia lungo una trentina di metri ed affacciato sulla spiaggia di Scialmarino, sul litorale di Vieste, da cui La Salata dista otto chilometri. Una bella fatica, comunque, per i fossores, operai specializzati che utilizzavano picconi a due becchi, mazzuole, scalpelli e pale. Di dimensioni differenti, i loculi, terragni o parietali (alcuni di questi sono ornati da arcosoli), utilizzano ogni spazio disponibile, inclusi gli angoli meno accessibili. Qualche loculo è di dimensioni più piccole di quelle necessarie ad accogliere un neonato ; ciò fa pensare che fosse pensato per accogliere ceneri. Sulla parete più elevata sono sovrapposti due ordini di sepolture ; al livello superiore si accede per mezzo di una ripida e stretta scalinata scavata nella roccia. In origine i loculi erano sigillati con lastre di terracotta, di cui non resta alcuna traccia, segno evidente che quelle sepolture vennero ‘visitate’ da predoni. Ma il bottino che ricavarono dovette essere ben misero. Questo perché le antiche sepolture cristiane, a differenza di quelle dei Dauni, erano poverissime, avendo come corredo funebre solo lucerne votive ornate del simbolo della croce o del pesce. La Salata deve il suo nome alle acque di un fiumicello che, alimentato da due sorgenti salmastre, attraversa il sito allargandosi in un laghetto popolato da rane, anguille e cefali e avvolto da una folta vegetazione acquatica. Il sito, che comprende anche un piccolo orto botanico, è considerato Oasi Archeologica Naturalistica. Vi trovano rifugio il barbagianni, il colombaccio, la ghiandaia , la ballerina bianca e la nottola (un tipo di pipistrello). La vegetazione è quella della macchia mediterranea ; nella zona palustre trova spazio una colonia di crescione d’acqua, un’erba aromatica molto ricercata dai buongustai. A gestire questo complesso cimiteriale è pertanto il WWF, mentre a proteggerlo provvede l’autorità del Parco Nazionale del Gargano, in cui la necropoli rientra (benché tanto non abbia impedito in passato che incivili violassero il sito lasciando graffiti e rifiuti). Il sito è visitabile dalle 9:00 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 19:30. Unico neo : barriere architettoniche che scoraggiano i disabili.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 10 Maggio 2019

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