Cultura e Spettacoli

L’Ammiraglio fu radiato con disonore

A poco più di settanta miglia nautiche dalla Puglia, giusto all’altezza di Peschici, nel mare della regione spalatino-dalmata della Croazia, sorge l’isola di Lissa. Estesa una novantina di chilometri quadrati, Lissa si distingue per la lussureggiante vegetazione, che ne fa un’ambita meta turistica. Un’isola ignorata dalla Storia sino a un secolo e mezzo fa, malgrado fosse stata prima dominio della Serenissima, poi del Regno d’Italia napoleonico, infine degli Asburgo. Il 20 luglio 1866 (oggi ricorre il centocinquantenario dell’evento) nelle acque di Lissa aveva luogo un drammatico scontro tra la flotta austriaca e quella del neonato Regno d’Italia. La battaglia si inserisce nell’ambito della terza Guerra d’Indipendenza. Mentre si accingeva a sbarcare truppe per l’occupazione dell’isola, la flotta italiana, che era al comando dell’ammiraglio Persano, veniva sorpresa e battuta da una formazione navale nemica numericamente inferiore. Alla fine Tegetthoff, il comandante della flotta asburgica, alludendo all’incapacità del suo avversario, il Persano, commentò così il successo “Navi di legno comandate da una testa di ferro hanno sconfitto navi di ferro comandate da una testa di legno”… Oltre che per essere stato il primo grande scontro navale in cui vennero impiegate navi a vapore corazzate e l’ultimo nel quale furono eseguite manovre di speronamento, il disastro di Lissa è ricordato in Italia per   l’esemplare punizione inflitta al principale responsabile, l’ammiraglio Persano (un fatto rimasto senza seguito nella storia militare d’Italia, che pure dopo Lissa ha visto non pochi casi di comandanti codardi e/o inetti). Di origini nobiliari, Carlo Pellion di Persano entrò giovanissimo nella marina sarda dove fece rapida carriera malgrado le sue doti militari lasciassero molto a desiderare, visto che una volta fece incagliare la goletta Governolo al largo delle coste della Sardegna con la famiglia reale a bordo. Cavour avrebbe voluto farlo processare per inettitudine ma, ancora, le altissime protezioni di cui godeva a Corte salvarono Persano. Grazie ad esse egli ottenne il comando della flotta nel 1866. Ma tali protezioni nulla potettero dinanzi alle dimensioni del rovescio di Lissa. Sottoposto a giudizio davanti al Senato, costituito in Alta Corte di Giustizia (pubblico ministero fu Diomede Marvasi), Persano venne dichiarato colpevole. Fu addirittura privato del grado e delle decorazioni e radiato con disonore dalla Regia Marina. Poiché all’epoca la degradazione comportava anche la perdita della pensione, Persano visse gli ultimi anni in povertà, alleviata solo da un sussidio che Vittorio Emanuele II  volle assegnarli a titolo personale e in forma riservata. – In precedenza il mare di Lissa era stato testimone di altro scontro navale, quello dell’11 marzo 1811 tra la fotta britannica e le navi della marina francese. Vinsero i britannici, che a Lissa avevano impiantato una loro base, rintuzzando il tentativo nemico di impadronirsi dell’isola (già nell’ottobre dell’anno prima navi francesi avevano forzato la rada di San Giorgio, il maggior porto di Lissa, e liberato alcuni detenuti francesi tenuti sull’isola).

Italo Interesse


Pubblicato il 21 Luglio 2016

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