Cultura e Spettacoli

L’attesa degli innocenti

La storia della seconda guerra mondiale è ricca di atroci testimonianze fotografiche. Quella che correda il presente articolo ci riguarda assai da vicino. Siamo a Barletta, esattamente settant’anni fa. I nazisti sono furenti : due portaordini sono caduti in un’imboscata tesa nei pressi di Piazza Roma. Scatta la rappresaglia. Le SS mettono le mani su undici Vigili Urbani e due netturbini e li fucilano (i segni dei proiettili andati a vuoto segnano ancora l’edificio, all’epoca occupato da un ufficio postale, contro la cui facciata vennero schierati i tredici infelici). Colpiti da due raffiche, cadono tutti, ma un giovane Vigile, Francesco Paolo Falconetti, è ancora vivo. Due donne, Addolorata Sardella e Lucia Corposanto, se ne accorgono e quando quattro ore dopo i soldati di guardia agli uccisi si ritirano, liberano il sopravvissuto dal cumulo di cadaveri che lo copre (sembra che di lì a poco il povero Falconetti sia morto nel suo letto più per il trauma emotivo che per le ferite riportate). Nella foto, Falconetti è il primo da destra. Appare incredulo, è l’unico a tenere giù le mani. Attende e basta. Tutto il contrario del povero Michele Forte che lo affianca e che sembra voler muovere un passo di fuga. Continuando da destra a sinistra, strazia l’espressione di Sabino Monteverde che sta implorando pietà. Incredibile la posa di Francesco Gazia : sta cercando un impossibile dialogo con gli aguzzini? Appena dietro, Michele Spera torce il collo come chi non voglia accettare, non voglia vedere. Oltre, anche per colpa della prospettiva, diventa difficile distinguere Pasquale Guaglione, Nicola Cassatella, Luigi Jurillo, Gioacchino Torre, Vincenzo Paolillo, Luigi Gallo, Pasquale Del Re e Antonio Falconetti. Ma possiamo ‘apprezzarne’ la compostezza dignitosa nel più fatale dei momenti. Mancano pochi secondi alla loro fine e loro sono lì, inchiodati più da un senso d’impotenza che da funi o legacci. Sullo sfondo non sfugge la disinvoltura dei soldati tedeschi che, indifferenti, attendono alle loro consegne (che sarà mai per loro la fucilazione di tredici innocenti?). E’ una foto dal sinistro fascino ipnotico. La guardi e non sai staccartene. La sensazione è quella del tempo che si arresta… Ci viene in mente ‘Il miracolo segreto’ di Borges. Nel breve racconto, un condannato alla fucilazione attenda la scarica : “…il sergente vociferò il comando finale. L’universo fisico si fermò. Le armi convergevano su Hladik ma gli uomini che stavano per ucciderlo restavano immobili. Il braccio del sergente eternizzava un gesto inconcluso… comprese che era paralizzato. Non il più tenue rumore gli giungeva del mondo impedito… immaginò che i già remoti soldati condividessero la sua angoscia ; bramò di comunicare con loro. Si stupì di non sentire alcuna stanchezza e neppure la vertigine della sua lunga immobilità. Dopo un tempo indeterminato s’addormentò…”.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 12 Settembre 2013

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