Cronaca

Le casse languono ma il Comune spende 50mila euro per una mostra al Margherita

 

Al Comune di Bari i fondi scarseggiano, ma solo quando se si tratta di finanziare interventi per migliorare la vivibilità di alcuni quartieri, o taluni servizi ai cittadini. Infatti, spesso per questo genere di attività l’amministrazione del sindaco Emiliano piange miseria e addebita le colpe allo Stato, che negli ultimi due anni, a detta dell’assessore al Bilancio, Giovanni Giannini, ha ridotto i trasferimenti a favore del Comune di Bari di circa 14milioni di Euro. Però, rilevano alcuni disoccupati baresi che nel 2012 si sono visti notevolmente ridurre il già esiguo sussidio, erogato dal competente settore comunale dei servizi sociali, per ragioni di contenimento dovute ai tagli di spesa sui servizi, “Quando si tratta di elargire contributi a favore di associazioni vicine all’Amministrazione, o facenti capo ad amici degli amici, allora il bilancio del Comune non è mai in crisi di risorse finanziarie”. E le migliaia di Euro erogati, evidenziano inoltre questi cittadini, per l’amministrazione Emiliano “Sono come se fossero noccioline.” Ed in proposito tirano in ballo una delle ultime delibere della giunta barese, con cui il Comune ha stabilito di sovvenzionare l’esposizione dell’artista Jimmie Durham dal titolo “Wood, stone and friends” ed a cura della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee di Napoli. Infatti, questa mostra temporanea,  durerà  tre mesi e mezzo (per l’esattezza da ieri e fino al 30settembre prossimo) e, come è noto, si tiene nella sede del vecchio Teatro Margherita. Un evento culturale consistente nella semplice esposizione di “alcune sculture di Durham ricavate dal legno di due ulivi pugliesi, un noce molisano, un castagno e vari alberi tropicali assemblati con massi di pietra lavica e frammenti di metallo industriale”, che però costerà ben 50 mila Euro ai contribuenti baresi, che per metà la sosterranno indirettamente attraverso le casse dell’Amgas srl  e per l’altra parte direttamente con fondi comunali. Una spesa che, prescindendo dalla valenza culturale dell’iniziativa e pure dal forse esoso quadro economico dei costi, sta comunque suscitato diversi malumori e conseguenti critiche da parte di molti cittadini baresi, che considerano l’evento organizzato dall’amministrazione barese un vero e proprio spreco di risorse pubbliche in un momento in cui a Bari migliaia di famiglie stentano ad arrivare alla fine del mese e molte altre versano in condizioni di assoluta indigenza. Famiglie nei confronti  il Comune del capoluogo, come è noto, riesce a fare poco o nulla, per alleviare le condizioni di forte disagio, proprio per le innanzi citate ristrettezze economiche che lamentano gli amministratori comunali baresi nei confronti dello Stato. Una giustificazione, quest’ultima, che però appare poco credibile quando i cittadini vengono a conoscenza di alcuni costi esagerati, affrontati dal Comune, come quelli sostenuti per un evento culturale di cui i baresi, in questo particolare momento di crisi generale, avrebbero forse volentieri fatto a meno. Infatti,  qualche cittadino, che è casualmente venuto a conoscenza delle cifre messe disposizione da Comune ed Amgas srl per l’esposizione artistica barese di Durham, non esita a dichiarare: “E’ un vero controsenso per l’Amministrazione comunale di Bari, che da un lato dichiara di non riuscire a far fronte al necessario fabbisogno di risorse economiche, per garantire al meglio i servizi ai cittadini, mentre dall’altro continua ad erogare provvidenze o investimenti in attività le cui ricadute  sono sicuramente aleatorie per la collettività barese.” Un modo di gestire che verosimilmente appare allegro per un buon ed oculato padre di famiglia, ma che per l’amministrazione Emiliano evidentemente è una scelta che qualifica l’attività di gestione delle “esigue” risorse comunali. Soprattutto, se ai problemi reali dei cittadini, si antepongono quelli clientelari ed amicali degli amministratori comunali, che si apprestano a preparare la campagna elettorale per le prossime amministrative.    

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 17 Maggio 2013

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