Cronaca

“Le polmoniti sono più letali del Covid, è salutare non drammatizzare”

 

Le polmoniti sono più letali del Covid ed è salutare non drammatizzare per evitare problemi di natura psicologica e attenzione alle conseguenze…economiche. Lo dice in questa lunga, articolata ed interessante intervista al Quotidiano, la professoressa Dani De Vito, docente ordinaria di igiene a Bari, virologa e studiosa di grande prestigio.

Professoressa, a che cosa servono i tamponi?

“L’ esecuzione del tampone con tecniche di biologia molecolare PCR real time ci

 

permette di evidenziare il genoma o parti di genoma del virus SARS-CoV-2 nei soggetti che rientrano in

 

Puglia da soggiorni in nazioni in cui l’Rt, indice di contagio, è superiore nettamente alla unità.

Questa tecnica chiamata contactracing o tracciamento epidemiologico ci permette di individuare anche i soggetti che sono stati contagiati da un soggetto malato nell’ambito dei nuclei familiari o  nelle comunità. Particolare attenzione va data nei confronti delle comunità chiuse costituite da soggetti fragili come le RSA. In ogni caso scattano le misure quarantenarie che consistono nell’isolamento domiciliare fiduciario nel caso di mancanza di sintomi o nell’isolamento attivo in caso di segni clinici Covid correlati. In questa circostanza il medico di famiglia può monitorare la situazione clinica chiedendo il ricovero del paziente al peggioramento della sintomatologia.

Il tampone deve essere effettuato anche a tutti i sanitari ed a tutti i pazienti che si ricoverano negli ospedali.” Il professor Bassetti ha dichiarato che i tamponi non sono del tutto attendibili in quanto pur dando esito negativo non è da escludere che la malattia sia incubazione…

“Se il tampone dovesse risultare negativo non si può escludere che il soggetto, trovandosi nel periodo di incubazione, possa poi manifestare la sintomatologia nell’arco di 5-7 gg successivi alla tamponatura.”

E’ elevato il tasso di letalità del Covid?

“ Il tasso di letalità per Covid, quantità di persone che muoiono a causa della malattia rispetto al  totale dei pazienti, deve essere meglio valutato, per questo occorrono tecniche epidemiologiche specifiche che ci permettono di riconsiderare i tassi di letalità. Attualmente si utilizza il tasso IFR ( infectionfatality rate) che risulta in media in tutti i paesi del mondo pari a 0.6 per cento.”

E le polmoniti?

“Sono sicuramente più letali le polmoniti rispetto al Covid, per queste se ospedalizzate si può arrivare anche a tassi di letalità del 50%”.

A che cosa si deve una certa drammatizzazione?

“La drammatizzazione che si percepisce può essere collegata da una parte alla natura ancora sconosciuta del virus, ossia non conosciamo ancora perfettamente i meccanismi di patogenicità e non sappiamo quali possano essere i danni arrecati al nostro organismo a lungo termine, dall’altra è collegata alla contagiosità della malattia per cui non vanno mai  tralasciate le semplici regole di prevenzione: distanziamento, mascherina e lavaggio delle mani.”

Possiamo vivere più sereni?

“Rispettando queste regole dobbiamo riprendere la vita di ogni giorno onde evitare una serie di problematiche che vanno da quelle di natura psicologica negli stati di isolamento troppo prolungati, alle conseguenze socio-economiche, di cui l’effetto distruttivo del virus sulla economia di molti paesi è sicuramente il dato più allarmante.”

A che cosa servono i test sierologici?

“I test sierologici ci permettono di valutare se il soggetto è venuto già a contatto con il virus , tenendo in considerazione che gli anticorpi che andiamo ad evidenziare nel sangue non hanno una durata superiore a qualche mese, quindi non possono essere considerati test di diagnosi della malattia, ma ci permettono di valutare quanto il virus è circolato in una popolazione”.

 

“I mezzi sarebbero tutti sicuri se fosse garantita una opportuna sanificazione ed un opportuno distanziamento durante l’utilizzo, io preferirei di gran lunga l’aereo in cui i tempi di soggiorno per i voli nazionali sono decisamente più brevi rispetto a treni e autobus”.

Bruno Volpe

 


Pubblicato il 6 Ottobre 2020

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