Cronaca

Legge elettorale: l’opposizione si appella a Mattarella per le violazioni di Emiliano

Alla Regione Puglia, tanto tuonò…..che piovve! Infatti, pare che solo in queste ultime settimane  l’opposizione di centrodestra si sia accorgendo del livello inaccettabile di arroganza politica del segretario del Pd pugliese, Michele Emiliano, che è anche il candidato presidente del centrosinistra alle prossime regionali, tanto da indurla ad appellarsi apertamente al neo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La goccia che, come suole dirsi, ha fatto traboccare il vaso della decenza politica è la nuova legge elettorale regionale, attualmente all’attenzione degli Organi istituzionali di via Capruzzi. Ed in particolare gli interventi “a gamba tesa” che il candidato governatore del centrosinistra sta facendo per condizionare l’attività e le decisioni dei consiglieri regionali del suo partito. Un condizionamento che si è spinto fino al punto di “minacciare” la non ricandidatura di coloro che non dovessero votare, secondo le sue indicazioni, alcune modifiche alla legge elettorale, che ben presto dovrà passare all’esame dell’Aula. “È un’intromissione illegittima che viola la libertà garantita dalla Costituzione ai Consiglieri regionali nell’espressione del voto. Una violenza politica ancor più grave perché compiuta da un magistrato” ha dichiarato in una nota il Vicepresidente del Consiglio regionale, Nino Marmo (Fi-Pdl), che ha poi aggiunto: “Quello che ha fatto Michele Emiliano, minacciando di non ricandidare i consiglieri che voteranno contro la doppia preferenza, in virtù del suo potere di segretario regionale del Pd, è un episodio di gravità assoluta, che mina l’esercizio delle funzioni istituzionali. Così come è altrettanto deprecabile che abbia intimato di escludere dalla sua coalizione tutti coloro che abbiano intenzione di chiedere il voto segreto o che, pur in presenza di quest’ultimo, non rendano visibile il proprio”. E Marmo, proseguendo, ha commentato: “La politica non può accettare minacce, avvertimenti, ricatti e qualsiasi azione diretta ad intimidire e dirigere dall’esterno la volontà di chi è chiamato a votare in libertà e coscienza. Ci saremmo aspettati, in questo caso, uno scatto di dignità da parte dei Consiglieri che hanno subito il torto, per rispetto dell’istituzione di cui fanno parte, ma tutto tace”, per poi concludere: “Se Emiliano vuole violare la Costituzione e le leggi ed esercitare un potere dittatoriale, lo faccia nelle stanze del suo partito, dove ci sono persone evidentemente pronte ad accettarlo, ma si guardi bene dal farlo ancora nei luoghi istituzionali”. Il riferimento di Marmo è chiaramente alle affermazioni rilasciate venerdì scorso dal segretario del Pd pugliese nell’Aula del Consiglio regionale, durante l’intervento tenuto all’incontro sul tema “Chi ha paura delle donne”, organizzato dalla Consulta di parità di genere e dalla Commissione regionale per le pari opportunità. Contro Emiliano, per la minaccia di non ricandidare i consiglieri uscenti che sulle modifiche alla legge elettorale non si atterranno al suo diktat, è intervenuto anche un altro consigliere di opposizione, Luigi Mazzei (Fi-Pdl), che è intervenuto con un comunicato per biasimare le “minacce” di Emiliano, ma soprattutto auspicare l’interessamento al caso della Procura della Repubblica di Bari, oltre che per dichiarare: “Ormai Emiliano è al delirio di onnipotenza. Ritiene di poter ledere libertà garantite dalle leggi, persino costituzionali, alla luce del sole, senza che ciò comporti alcuna conseguenza. Fino ad ora, in effetti, il magistrato non ne ha avute, ma qui si è  superato ogni limite! Non siamo veramente abituati alla politica che si fa con i ricatti e ai sistemi di potere così costruiti… sarebbe un attentato per la Puglia se il segretario del Pd, che deve avere le idee molto confuse sul concetto di legalità, ne diventasse il presidente”. Ed ancora, lo stesso Mazzei a conclusione della sua nota rileva:  “Nonostante un comportamento senza precedenti, dalla sinistra nessuno protesta” e poi si chiede: “I vari Losappio, Romano, Blasi, ci stanno ad essere forzati nelle scelte e a stare sotto schiaffo di Emiliano?” Ma a non limitarsi alla semplice polemica politica, fatta a colpi di dichiarazioni e comunicati, è il capogruppo di Forza Italia alla Regione, Ignazio Zullo, che ha preso carta e penna, per interessare il neo Presidente Mattarella. Infatti, nella missiva inviata da Zullo al Capo dello Stato, nella sua qualità di Supremo garante del dettato costituzionale, dopo una sommaria esposizione delle vicende che stanno interessando l’iter modificativo della legge elettorale pugliese, il Capogruppo forzista scrive: “Sig. Presidente, aleggia nel Palazzo lo spettro della richiesta del voto segreto proprio perché i Consiglieri regionali vogliono proteggersi da ripercussioni negative sull’espressione del libero pensiero da esercitarsi con il voto secondo scienza e coscienza”. E conclude con un appello ad intervenire: “Mi rivolgo a Lei affinché possa un Suo autorevole intervento richiamare il dott. Emiliano al rispetto dell’art. 122 della Costituzione, che lo porti ad astenersi dall’esercitare condizionamenti indebiti sulla libera formazione del pensiero nella coscienza di ciascun Consigliere regionale e nella libera ed incondizionata espressione del voto.”  E su tale iniziativa di Zullo c’è chi nell’ex frazioni baresi interessate all’autonomia comunale ha rilevato: “Ora che il comportamento di Emiliano mette a rischio taluni diritti della ‘casta politica’ l’opposizione pugliese di centrodestra si scandalizza e si appella financo al Presidente della Repubblica”. E, continuando, lo stesso cittadino ironicamente eccepisce: “Invece, il 5 febbraio del 2010, quando fu calpestata la volontà popolare, e quindi il diritto costituzionale delle comunità di Palese-Santo Spirito e Carbonara-Ceglie-Loseto di autogestirsi (avendo Emiliano, come si ricorderà, fatto indebite pressioni in Regione per contrastarne l’autonomia comunale, minacciando persino di interrompere a queste realtà servizi pubblici essenziali, come gas e trasporti, e commettendo quindi financo una probabile turbativa di ordine pubblico), allora nessuno nelle fila del centrodestra pugliese si preoccupò di portare la vicenda all’attenzione del Capo dello Stato.” Evidentemente per qualcuno alla Regione i ‘diritti’ dei cittadini comuni non sono parimenti importanti di quelli dei politici. Emiliano, quindi, se ne faccia una ragione, qualora volesse insistere nel perorare la preferenza di genere.        

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 10 Febbraio 2015

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