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Ospedale “Fallacara”: ancora ai box le 13 auto-mediche destinate al ‘118’

Non c’è scandalo o spesa folle che tenga: nella sanità pugliese sperperi e malasanità restano all’ordine del giorno. Da otto mesi, una dozzina di auto-mediche comprate per rinforzare il servizio emergenziale di intervento ‘118’ sono ancora tristemente parcheggiate sotto la tettoia, all’interno dell’Ospedale “Fallacara” di Triggiano. A denunciarlo nuovamente il segretario generale dell’Unione Sindacati Professionisti dell’Impiego Pubblico e Privato (Usppi) Nicola Brescia. Il quale torna a invitare i vertici dell’azienda sanitaria barese, stavolta nella persona del neo-commissario straordinario Vito Montanaro, a intervenire <<…con immediatezza fare chiarezza su una vicenda assurda e dannosa per i cittadini baresi e dei paesi limitrofi>>. E veniamo ai fatti. Dal mese di giugno scorso, le tredici nuove auto-mediche destinate al servizio di intervento emergenziale di Bari, sono ferme, tra rabbia, stupore e soprattutto impotenza di medici, addetti ai lavori e degenti, che sanno bene quanto deperiscano parti meccaniche e carrozzerie delle auto ferme per tropo tempo, senza nemmeno essere messe in moto. Motivo? Incredibile, ma vero, la Asl di Bari non ha autisti necessari a utilizzarle, come dice qualcuno, o mancano le dotazioni mediche a bordo, come afferma sicuro di sé qualche altro. Di certo non si sa, ma ancora più certo è che da oltre otto mesi  nessuno fa niente. <>, spiega il segretario Usppi Nicola Brescia. Non potendo assumere autisti, la Asl del lungomare Starita sta pensando bene di riconvertire alcuni addetti ad altre mansioni. Ma ovviamente ci vorrà tempo. Insomma, la solita frettolosità e soprattutto mancanza di verifiche e controlli  di cui nell’azienda sanitaria del capoluogo, in questi anni, hanno approfittato tutti, e nelle maniere più incredibili. Ma nessuno paga, tanto meno di tasca propria. Tra le altre cose, spiegano ancora i battaglieri sindacalisti autonomi baresi, gli ispettori ministeriali hanno scoperto che fare causa alla Azienda Locale del capoluogo potrebbe rappresentare un vero affare: per seimila e passa contenziosi «ufficiali» per forniture non pagate e ritardati pagamenti l’azienda sanitaria barese dovrebbe scucire qualcosa come 10 milioni di euro. «Le spese legali sostenute a vario titolo dall’azienda – si legge nella relazione – sono una vera e propria emorragia di risorse e, a volte, ingiustificate fonti di sprechi». Ed ora la Corte dei Conti, che sta già indagando sulle spese legali e procedure a gogò, potrebbe aggiungere anche lo scandalo delle auto mediche acquistate e ferme ai box dell’ospedale triggianese da giugno scorso, mentre bisogna anche ricordare che in soli quattro anni, quelli cioè finiti sotto la lente di ingrandimento degli ispettori ministeriali, la Asl affidata da qualche settimana a Montanaro potrebbe aver buttato via oltre cinquanta milioni di euro. Il verbale ispettivo sottoscritto da Michele Ametta, dirigente dei servizi ispettivi di Finanza pubblica, contiene una sessantina di rilievi sui quali l’ex direttore generale Colasanto ha fornito le sue ragioni, passate al setaccio dai tecnici della Regione. Ma le responsabilità non possono essere certo tutte addebitate a Colasanto, visto che tra ‘task force’ e comitati sarebbero almeno un centinaio le persone deputate ai controlli incrociati sulle spese sanitarie della quinta azienda dello Stivale.

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 10 Febbraio 2015

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