Cronaca

Legna abusiva, la fatica degli sciocchi

Si continua abusivamente ad abbattere alberi. L’ultimo caso risale a tre giorni fa. Due giovani sono stati sorpresi (e poi denunciati) da uomini della Forestale mentre all’interno del Parco Nazionale del Gargano (località Difesa San Matteo) procedevano a tagli non autorizzati. Tutta legna destinata alla vendita clandestina a prezzi ovviamente stracciati. A conti fatti un magrissimo affare. Per fare certe cose servono un capace mezzo di trasporto, due motoseghe e una fatica da Sisifo. Perché buttare giù le piante non basta. Dopo, tocca sfrondarle e ridurle in ciocchi lunghi un 40 cm. circa. Un quintale di quercia secca, poi, vale appena una decina di euro, IVA inclusa. Ma se il taglio è avvenuto ‘alla pianta’, la legna, perché non asciutta, costa ancora meno, diciamo un otto euro (e messa nel forno, nella stufa o nel caminetto produce più fumo che calore). Queste cose il cliente le sa, per cui all’abusivo di turno non dà più di sei euro a quintale. Dal canto suo l’abusivo per dare un senso all’affare deve arrivare almeno a cento quintali di ‘prodotto’ ; si faccia il lettore idea delle dimensioni del camion e del tempo necessario a chiudere ‘l’operazione’. Se dieci tonnellate di legna secca e ‘pulita’ costano mille euro, col suo equivalente ‘umido e sporco’ ne entrano in tasca un seicento. Detraendo il costo del carburante, l’usura dei mezzi e il trasporto della merce a destinazione, quella cifra cala a cinquecento. Volendo monetizzare il rischio d’essere beccati con le mani nel sacco, il ‘colpo’ perde qualunque significato. Lo stesso ragionamento vale anche nel caso di taglio abusivo per ‘consumo personale’.  Si risparmia invece rivolgendosi a una ditta autorizzata : per esempio, un pancale di m. 1x1x1,80 di circa 20 quintali di quercia o carpino (secco) costa solo 170 euro, e sempre IVA inclusa. La gru di cui il mezzo di trasporto è fornita ti deposita in pochi secondi il pancale davanti all’ingresso di casa… Eppure questi avventati continuano a spogliare campagne in abbandono, ad arrecare danno all’ambiente disboscando arbitrariamente. La crisi non basta a spiegare certi comportamenti. Il degrado sociale in atto sta determinando un calo di qualità persino nell’atteggiamento criminoso. Il rapinatore-balordo spara anche quando non necessario, il ciclista disonesto si procura un ricambio smontandolo da una bici ancorata a un palo della luce, al mercato il fruttivendolo inclina la bilancia quel tanto che basta perché l’ago anziché da zero parta da + 30, + 40 grammi, il vicino di casa ti porta via lo zerbino, all’ipermercato si consumano sul posto cioccolatini o merendine… Si rubacchia invece di rubare. I due poveracci di cui sopra rischiano più una condanna “per stupidità” che per infrazione a qualche articolo del codice penale.

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 30 Luglio 2013

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