Cultura e Spettacoli

L’idrovolante portava la morte, ma dal treno…

Il 27 luglio 1916 un Lohner L, un idrovolante austroungarico, attaccava Bari. Contro l’insidia si scatenò, inutilmente, la reazione delle batterie contraeree installate in cima ai fabbricati più elevati. A far desistere il velivolo nemico – che dovette rientrare alla base senza aver sganciato alcun ordigno – fu invece il fuoco di sbarramento che venne da un treno fermo in stazione: il TA XII. La sigla sta per Treno Armato della Regia Marina di stanza sul tratto costiero n° 12 (tratta Barletta – Monopoli). Questi convogli si distinguevano per la presenza di carri modificati per accogliere cannoni navali da 152/40 e pezzi antiaerei da 76/40. Poiché la linea ferroviaria adriatica scorre ancora oggi a pochissima distanza dalla linea di costa e poiché un tempo la limitata antropizzazione del litorale offriva la massima visibilità, queste batterie mobili potevano entrare in azione e con un tiro utile di novemila metri là dove le batterie costiere non potevano intervenire. I treni armati erano composti da due distinti convogli, uno operativo (quello armato) e uno logistico, composto da carro cucina, carro officina, carro deposito materiali e carrozze adibite ad alloggio personale. Durante gli spostamenti non operativi i convogli viaggiavano agganciati. Ogni treno armato era munito di una cassetta telegrafica da campo e di un apparecchio telefonico, che con apposita asta potevano inserirsi nel circuito telegrafico e comunicare con gli altri treni, le stazioni e i posti di osservazione. Questi convogli, infine, disponevano di due locomotive, una in testa, l’altra in coda, di modo che, qualunque fosse la direzione da prendere, il treno potesse raggiungere la massima velocità ; a tale scopo le caldaie delle due locomotive erano sotto pressione 24 ore su 24. Su altro binario, anch’esso costantemente pronto a intervenire, stazionava un secondo treno di differente natura : il Convoglio  V della Croce Rossa. All’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra tale convoglio era stato assegnato al compartimento di Bari per fare la spola tra il capoluogo e gli ospedali della provincia. Avrebbe trasportando i malati e i feriti scaricati in porto dalle navi-ospedale che provenivano dall’opposta sponda adriatica. La composizione di questi convogli prevedeva l’utilizzo di 14 vetture. Di questi vagoni, i primi quattro erano adibiti a funzioni varie (bagagliaio e magazzino, alloggio ufficiali ed infermiere, cucina e deposito viveri, mensa e deposito), mentre i restanti dieci erano destinati al trasporto degli infermi. Di questi ultimi dieci, sette potevano accogliere 24 barelle a testa, uno ospitava la sala operatoria con annessa infermeria (altre 12 barelle), un altro era destinato ai malati infettivi (14 barelle) ; nell’ultima vettura alloggiava il personale di assistenza, cioè portantini, addetti alle pulizie e ai servizi vari.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 24 Settembre 2021

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