Cronaca

Lievita la Tarsu come la rabbia dei contribuenti…e la città è una ‘monnezza’

Aumenta la rabbia dei cittadini baresi mentre aumenta anche la tassa per la raccolta dei rifiuti solidi urbani e continuano a dilagare fra gli stessi cittadini-contribuenti rabbia e indignazione, appunto, per un aumento ingiusto e ingiustificato. Recentemente innalzata del 30% rispetto all’anno scorso, la lievitazione Tarsu e’ legata a una legge nazionale, il decreto legge 201 del 2011, emanato dal governo Monti, in base al quale le entrate provenienti dalla tassa sui rifiuti solidi urbani devono coprire interamente il costo del servizio di igiene urbana, dalla raccolta allo smaltimento dei rifiuti. Per le utenze domestiche s’è passati, come oramai sanno tutti, dai 2,10 euro al metro quadro ai 2,73 con aumenti anche di 100 euro per nucleo familiare: un vero e proprio massacro in tempo di crisi, che ha portato la città di Bari in cima alla classifica dell’aumento. Il Comune a detta del Sindaco Emiliano e dell’assessore al Bilancio Gianni Giannini non poteva sottrarsi a questo provvedimento, nonostante alcuni abbiamo fatto notare che un aumento della Tarsu c’era stato già l’anno scorso e ben del 20% in più: tuttavia, non era possibile per il Comune di Bari mantenere invariata la Tarsu per la decisione presa dal Governo e ciò che prima veniva pagato con la finanza ordinaria del Comune, adesso, per la nuova legge, deve essere pagato attraverso gli introiti provenienti dalla Tarsu. Tradotto in termini comprensibili a tutti, la tassa sui rifiuti solidi urbani aumenterebbero le entrate nelle casse dei Comuni, tutto però sempre e solo a spese dei cittadini e dei contribuenti, che sono spremuti come limoni fino all’ultimo centesimo per pagare servizi che nemmeno funzionano o che funzionano solamente in alcune zone della città. Pochissime, a dirla tutta. La raccolta differenziata, infatti, non è efficiente come dovrebbe e i cittadini, pur dimostrandosi volenterosi e collaborativi, fanno notare che i bidoni resistono solamente qualche mese per essere poi sostituiti da quelli vecchi e indifferenziati, e questo perché o non ci sono gli impianti adeguati di smaltimento o perché le raccolte non sono organizzate capillarmente come invece dovrebbero. Il risultato è che comunque la città continua ad essere invasa da topi, scarafaggi e zanzare, da rifiuti e odori nauseabondi dovuti anche a cassonetti sempre pieni di rifiuti e svuotati con poca regolarità e i cittadini lamentano lo stato di trascuratezza e di carenza di pulizia in cui versano strade, giardini e luoghi pubblici, dovuti a disfunzioni regolari e quotidiane di chi dovrebbe occuparsi della pulizia della città e invece non lo fa. Mai come adesso i cittadini sono agguerriti e pretendono spiegazioni, anche se quelle che arrivano da chi di competenza sono lacunose, non soddisfano e scaricano il peso della colpa sul governo. C’è chi fa notare sulla pagina facebook del Sindaco la somma spropositata (1200 € per la precisione) che deve pagare per un po’di carta cestinata nella raccolta differenziata, a fronte di uno stipendio rimasto invariato nonostante l’aumento delle tasse e con cui risulta difficile, se non impossibile, arrivare a fine mese, ma, a quanto pare, tutto ciò è necessario perchè per gestire la pulizia della città (che comunque non funziona) occorre un’azienda (l’AMIU) che costa più di 60milioni di euro all’anno e, anzi, il Comune spende ogni anno 470 milioni di euro, la cifra più bassa d’Italia tra le città capoluogo di Regione a parità di abitanti. “In pratica il Governo ci ha obbligato ad aumentare la Tarsu – fa sapere Emiliano sempre dalla propria bacheca di facebook – pur avendo il Comune di Bari i soldi in cassa per lasciare inalterata la tassa. Ed è questa l’assurdità e non c’è nessun modo, se non la larga fascia delle esenzioni per compensare questi aumenti con la riduzione di altre tasse perché il gettito della Tarsu non può essere destinato – per legge – ad usi diversi. Insomma un delitto perfetto che l’anno prossimo servirà al Governo nazionale per diminuire ancora di più i trasferimenti diretti dallo Stato ai Comuni.” Anche il Partito Repubblicano Italiano, attraverso le voci del Coordinatore Cittadino P.R.I. di Bari  Fulvio Italo Maria Fucilli e del Vice Segretario Regionale P.R.I. Giuseppe Calabrese, prende posizione contro l’aumento della Tarsu e con una lettera indirizzata al Sindaco, all’Assessore al Bilancio e Tributi e al Presidente dell’AMIU chiede di riflettere e di cercare strade alternative alla spremitura dei cittadini, perchè “anche quest’anno, come quello passato, in risposta ai nostri appelli abbiamo avuto  i soliti attacchi ai cittadini baresi colpevoli di non sapere tenere pulita la loro città.” A questo punto è lecito chiedersi: sono davvero i cittadini baresi a non conoscere le dovute norme igieniche o sono i servizi che la città dovrebbe garantire ai suoi contribuenti che, invece, non funzionano, nonostante i fiumi di soldi versati? Le lamentele sono ormai all’ordine del giorno e l’aumento Tarsu è in sè spropositato oltre che improponibile in un periodo di crisi quale quello che tutti (tranne, forse, i politici) stanno attraversando. Ma soprattutto a fare rabbia per questo rincaro è lo stato di sporcizia in cui versa la città, a questo punto davvero inspiegabile.

 

Lorena Perchiazzi


Pubblicato il 29 Settembre 2012

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