Cultura e Spettacoli

L’inquietante soprannome della chiesa dei diavoli

Sono considerati sacrileghi quei furti che avvengono nei luoghi di culto. Una volta avevano per oggetto le cassette delle offerte e gli arredi in metallo pregiato (ma nei camposanti i farabutti si attaccano ai portafiori in rame). Oggi nelle chiese si cerca più che altro di mettere le mani su tele antiche. Ma non tutti i ladri sono uguali. C’è pure chi va in cerca di cose che, per quanto non abbiano ‘mercato’,  rivestono importanza estrema per le persone radicate in convinzioni inquietanti. Per i satanisti, per esempio, le ostie consacrate sono più preziose del pane, costituendo l’elemento essenziale delle loro blasfeme liturgie. L’ultimo furto sacrilego che abbia avuto per oggetto il Sacramento ha avuto luogo in Puglia nel luglio di quattro anni fa. Ignoti forzarono il tabernacolo del Santuario della Madonna Assunta a Marina Serra, una frazione di Tricase , per asportare la pisside, piena di ‘particole’ consacrate. Subito corse la voce che quelle ostie fossero destinate a messe nere che satanisti usavano celebrare nei pressi della vicinissima chiesa della Madonna di Costantinopoli, chiesa altrimenti detta ‘dei diavoli’ e che sorge lungo la via vecchia che congiunge Tricase a Tricase Porto. Perché ribattezzare in questi termini un luogo di culto? La storia di questa chiesa dall’insolita pianta ottagonale merita un attimo di attenzione.  A farla erigere nel 1685 fu Jacopo Francesco Arborio Gattinara, marchese di S. Martino. Dopo neanche due secoli (nel 1878) la chiesa venne interdetta al culto. Le ragioni di questa scelta stanno nelle conseguenze di una tenebrosa leggenda. Pare che il marchese di San Martino fosse un devoto del Maligno, con cui strinse un patto al fine di liberarsi delle pressioni dei contadini del suo feudo i quali volevano un tempio per purificare la zona della presenza della Malombra. Il patto prevedeva che, in cambio di un’ostia consacrata da offrire all’interno di quella chiesa a un caprone, il diavolo erigesse la costruzione nel giro di una notte e che fra le sue pietre nascondesse uno scrigno di monete d’oro. Ma l’incauto committente, avuta la chiesa, si rifiutò di stare ai patti così scatenando l’ira del diavolo il quale, oltre a non rivelare il nascondiglio dello,  diede vita a un fortunale nel corso del quale le campane della chiesa vennero strappate e gettate in un lontano canale dove nelle notti di tempesta ancora oggi se ne udirebbe il suono. Dopo la chiusura al culto della chiesa pare che molti abbiano tentato di recuperare il mitico tesoro con l’unico risultato di deturpare e saccheggiare ulteriormente il posto. Si arrivò così a murarne le entrate, nel quale gesto molti vollero vedere un provvedimento volto ad arginare l’opera del Principe del Male. In un clima siffatto non poteva non prendere piede la convinzione che moderni adoratori del Maligno eleggessero la chiesa della Madonna di Costantinopoli a luogo di riferimento devozionale. Addirittura un quotidiano locale in quei giorni intervistò una tale Bianca, una ventottenne romana dedita al satanismo la quale, pur mantenendo il riservo a proposito delle ostie rubate a Marina Serra, confermò l’esattezza della “voce del vento” che parlava di “regolari convocazioni sataniche “ intorno alla chiesa dei diavoli.

Italo Interesse


Pubblicato il 1 Agosto 2012

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