Cronaca

L’intasamento cronico delle caditoie stradali da Santo Spirito a Torre a Mare

Altro che Bari “città metropolitana” dei grandi progetti, con il sindaco che si vanta di essere in classifica tra quelli più amati dai propri concittadini. Ieri mattina è bastata qualche ora di pioggia che molte strada del capoluogo pugliese si erano trasformati in torrenti in piena con notevoli disagi per automobilisti e pedoni. Infatti, il fenomeno degli allagamenti stradali a Bari puntualmente si ripete ogni volta che un normale temporale si abbatte sulla città con una pioggia scrosciante, ma non eccezionale. “Figuriamoci cosa accadrebbe – esclama un cittadino barese vittima dei disagi verificatisi ieri – se ci fosse un alluvione!” E se i problemi fossero solo quelli provocati dagli allagamenti, dovuti ai chiusini e caditoie otturati perché probabilmente non sottoposti alla necessaria ed ordinaria manutenzione, le conseguenze dei disagi sarebbero solo di natura temporanea ed innocua, come l’intasamento della viabilità e la non agevole percorribilità pedonale, od al più qualche danneggiamento di garage e scantinati, invece i rischi che si corrono nel capoluogo da ogni acquazzone sono soprattutto di natura igienica e sanitaria. Infatti, in diverse parti della città capita di vedere che insieme all’acqua piovana scorrono liquami che fuoriescono dai tombini della rete fognaria. Un misto di sostanze liquide e solide, color marroncino, che scorrono in alcuni punti stradali lungo il cordone di sotto marciapiedi fino a disperdersi, poi, nelle pozzanghere o ad espandersi lungo tutta la carreggiata stradale, accompagnate da esalazioni maleodoranti e nauseabonde, che si diffondono in tutta la zona interessata dal fenomeno di allagamento, per la pioggia scrosciante, e dalla fuoriuscita liquami dai tombini stradali. Spettacolo, questo, che rende Bari paragonabile più ad una città del cosiddetto “terzo mondo” che ad una metropoliti evoluta di stampo nord europeo. E pensare che di scene del genere nel capoluogo si era persa la memoria, perché non accadevano forse neppure ai tempi del primo dopo guerra, quando le infrastrutture cittadine per la dissipazione delle acque meteoriche erano assai limitate e la rete fognaria, lì dove esisteva, era primordiale. Una delle zone di Bari dove uno scenario così sconcertante lo si vive puntualmente ad ogni acquazzone è quella del lungomare Cristoforo Colombo, nella ex frazione di Santo Spirito. Nel tratto di lungomare verso Palese, tra l’area del porto di Santo Spirito ed il Titolo, ieri mattina la pioggia battente, oltre a provocare l’allagamento della carreggiata, aveva causato una paralisi del flusso nella condotta della fogna sottostante la strada, determinando il sollevamento dei coperchi di alcuni tombini, da cui fuoriuscivano liquami che, poi, si riversavano sulla costa e, quindi, in mare. Nell’area antistante il porto di Santo Spirito, lo scenario che si presentava agli occhi dei passanti era, inoltre, ancora più allucinante, poiché all’inondazione stradale di liquami zampillanti, che fuoriuscivano in corrispondenza dei chiusini della fogna, si aggiungeva lo spettacolo indecente della tracimazione del marciapiedi che scorre lungo il bacino portuale ed in conseguente versamento di dette sostanze inquinanti nello specchio d’acqua del porto. Infatti, in meno di un quarto d’ora lo stesso specchio d’ acqua del porto aveva assunto una colorazione marroncino chiara, quasi analoga a quella dei liquami che invadevano la carreggiata stradale. A completare questo quadro indecoroso e pericolo per la pubblica incolumità si aggiungeva nell’aria il cattivo odore, tipico della fogna, che diventava sempre più insopportabile, perché intenso e nauseabondo, che annulla del tutto quello che avrebbe dovuto essere l’odore tipico del mare, che si percepisce quando, in condizioni normali, la pioggia battente cade sul pelo libero dell’acqua marina. “Una scena – rivela uno dei pescatori di Santo Spirito presenti sotto la tensostruttura antistante il porto – che si ripeta da anni ormai, senza che nessuno finora ha fatto nulla per mettervi rimedio”. Ed, inoltre, aggiunge: “Per tali condizioni igieniche e di scarsa sicurezza ambientale, le Autorità avrebbero dovuto intervenire con la massima urgenza. Invece sono anni che il problema si ripete tutte le volte che piove anche di poco ed il Comune di Bari  su questa pericolosa situazione è latitante”. Una latitanza che nelle ex frazioni non riguarda solo la fogna che fuoriesce dai tombini ad ogni minimo acquazzone, ma che riguarda evidentemente anche altri problemi meno gravi di questo. Ma per il sindaco Emiliano è forse sufficiente che i residenti delle ex frazioni si accontentino di essere cittadini baresi. Ovvero di una città che si definisce “metropolita” ma che in realtà è forse più assimilabile ad una casba nordafricana che ad una metropoli.               

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 28 Marzo 2014

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