Cronaca

L’Udc di Bari potrebbe scomparire anche dalla scheda elettorale

Nel capoluogo di regione che un tempo era politicamente tra i più bianchi d’Italia, alle prossime  amministrative per il rinnovo del consiglio comunale e l’elezione del sindaco gli elettori baresi probabilmente non troveranno più il simbolo dello scudo crociato sulla scheda elettorale. Infatti, il partito che si considera l’erede diretto della vecchia Dc e che ne detiene il simbolo, l’Udc di  Lorenzo Cesa e Pierferdinando Casini, a Bari è scomparso completamente dalla scena, pur avendo in teoria ancora un rappresentante in consiglio comunale, Giuseppe Margiotta, ed un esponente in giunta, Filippo Barattolo. E sotto la gestione di quest’ultimo, che da marzo del 2009 ha avuto la guida provinciale dell’Udc barese, in appena un quinquennio il partito si è elettoralmente quasi azzerato nel capoluogo. Difatti ora, a Bari, del ponderoso e glorioso partito della vecchia balena bianca non solo non ci sono più tracce significative, ma dalla prossima competizione amministrativa potrebbe sparire anche il simbolo. A denunciare il rischio della scomparsa del partito di Cesa e Casini nel capoluogo pugliese sono alcuni nostalgici e fedelissimi elettori dello scudo crociato, che già da tempo avevano avvertito il pericolo della caduta di immagine e, quindi, la conseguente perdita di consensi dell’Udc nel tradizionale elettorato cattolico barese, a causa dell’affidamento ad un noto militante del vecchio Psi, Barattolo per l’appunto, del delicato ruolo di responsabile provinciale del partito, oltre che di rappresentante nell’esecutivo cittadino. Infatti, rileva un vecchio e convinto elettore barese dello scudo crociato e da sempre fedele all’Udc, l’errore fatto da Casini di imporre Barattolo a capo provinciale del partito ed imposto, per di più, ad Emiliano anche come rappresentate del partito in giunta, è stato un colpo fatale che ha favorito e, forse, accelerato il declino elettorale dell’Udc barese. Un declino che, sempre secondo lo stesso elettore, non sarebbe mai sceso al di sotto di una soglia del 5 o 6 per cento di consensi, poiché proprio a Bari l’Udc in passato poteva contare su uno zoccolo duro di voti rivenienti da un elettorato di ex democristiani, che dal 1994 in poi avevano continuato a votare lo scudo crociato non solo per fattori ideologici, ma soprattutto per motivazioni affettive. Insomma, alle prossime amministrative, secondo qualche addetto ai lavori, a Bari l’Udc potrebbe addirittura non essere più in condizioni di presentare la liste dei candidati al Comune, poiché molti degli attivisti e militanti locali hanno da tempo abbandonato il partito, perché in rotta con il segretario Barattolo che, a detta di alcuni di questi, “avrebbe solo utilizzato il simbolo a suo uso e consumo”. Ed in effetti di un “consumo” vero e proprio del partito si sarebbe trattato, visto che dallo scorso giugno l’Udc nel capoluogo non ha più neppure una sede in cui riunirsi, né tantomeno un’organizzazione territoriale che sia realmente raccordata con gli ormai pochissimi rappresentanti  ancora presenti nelle istituzioni. A Bari in particolare, l’unico esponente dell’Udc presente in consiglio, Margiotta (anch’egli, come Barattolo, ex militante del Psi), pare che sia intenzionato a candidarsi non più con lo scudo crociato, ma con una civica, perché ben consapevole evidentemente del rischio che un’eventuale lista dell’Udc per il Comune potrebbe non raggiungere il quorum necessario a far scattare almeno il seggio ottenuto nel 2009. Un timore, questo, certamente fondato, visto che alle ultime amministrative l’Udc ottenne il seggio solo grazie al premio di maggioranza ed allora il numero totale di seggi da assegnare erano 46, contrariamente a quelli delle prossime amministrative che saranno di un quarto in meno. Ma ciò che sicuramente più scoraggia qualche nostalgico barese dello scudo crociato è la totale disorganizzazione politica in cui è stato tenuto in questi ultimi 5 anni il partito di Casini a Bari e l’emorragia esponenziale di attivisti e militanti provocata dalla gestione di Barattolo. Non a caso, secondo qualche esponente Udc della periferia barese, potrebbe essere imminente la rimozione di Barattolo dalla segreteria provinciale e la nomina di un commissario, per tentare in extremis di riorganizzare le fila in vista della campagna elettorale per le comunali di Bari, ma soprattutto per le elezioni europee. Un tentativo che, sempre secondo lo stesso esponente, sarebbe tardivo, oltre che disperato, poiché i tempi sono ristrettissimi. E, quindi,  chi conosce bene i meccanismi di organizzazione politica di un partito e formazione di una lista elettorale credibile difficilmente potrebbe imbarcarsi in un’avventura con altissime possibilità di insuccesso e praticamente fallimentare a causa dei disastri provocati al vecchio e glorioso scudo crociato barese dall’attuale gestione. Come dire che finora “chi si è preso la carne, ora si tenesse anche l’osso”. Ma a Bari nell’Udc, con la gestione Barattolo, politicamente parlando, evidentemente non c’è più neppure quello. “E chiunque s’illude del contrario – afferma un vecchio ed esperto conoscitore di personaggi politici locali – non dovrà neppure attendere molto per scoprirlo”.                                              

              

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 14 Gennaio 2014

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