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Passano gli anni, ma il ‘118’ è ancora un servizio ‘opaco’

E’ ancora luce accesa e riflettori puntati sul servizio di intervento emergenziale, specie dopo che anche ieri I consiglieri regionali Aldo Aloisi ed Antonio Scianaro (Forza Italia) sono tornati in argomento partendo dalla riunione in Terza commissione consiliare, in via Capruzzi. Dove i componenti hanno nuovamente preso atto, dalle audizioni effettuate, delle <<…crescenti e gravi anomali, inefficienze, opacità di un Servizio “118” che, pure all’atto della sua istituzione in Puglia era partito benissimo.

Abbiamo cioè dovuto stigmatizzare i gravi ritardi dei Governi-Vendola rispetto a problematiche che pur si andavano progressivamente manifestando ed aggravando in un degrado crescente del servizio, cui già dal 2010 proponemmo di porre riparo attraverso un’internazionalizzazione regolata dello stesso. Abbiamo comunque ottenuto dall’assessore un impegno a ritornare entro quindici giorni in Commissione, con un piano di completa riorganizzazione su cui ci riserviamo di esprimere i nostri rilievi costruttivi ed il nostro giudizio complessivo>>.

Ottenuto nel frattempo dal Presidente Marino e dall’assessore alla Sanità pugliese Elena Gentile l’impegno ad una nuova, imminente riunione della Commissione che riesamini tutte le linee-guida delle politiche sanitarie regionali, a partire dalle problematiche della dipartimentazione, che può essere – a seconda di come viene gestita, soprattutto sul terreno della valutazione dei dirigenti – una occasione di crescita ma anche di ulteriore degrado di un sistema già di per sé fin troppo provato”. Tutto ancora ‘in fieri,’, nonostante sino anni che si fa “battage” sulla partenza del Servizio d’Emergenza 118 in Puglia, ma dopo otto anni la situazione complessiva e’ ancora molto, troppo precaria. A denunciarlo da tempo gli stessi addetti ai lavori, pronti a rifare l’elenco delle carenze che ancora oggi affliggono personale e mezzi per gli interventi emergenziali. Partendo, come sempre, dalla totale assenza di personale infermieristico nelle postazioni del 118, visto che se fino ad un po’ di tempo fa erano presenti soltanto tre unità solo presso la postazione del presidio ospedaliero “Di Venere”, certamente insufficienti a coprire tutti i turni di servizio, adesso la situazione è peggiorata al punto che nemmeno su quelle due unità è possibile più contare. A parte che il presidio emergenziale è stato trasferito in centro, ma senza migliorarne la situazione ancora precaria. “In queste condizioni diventa impossibile effettuare interventi di soccorso avanzato in maniera corretta ed efficace”, chiosavano i volontari baresi del ‘118’, che non ebbero esitazioni a puntare il mirino sulla mancata fornitura a personale medico e paramedico (quest’ultimo se almeno ora ci fosse…)  dell’abbigliamento ad “alta visibilità” necessario quando si tratta di intervenire di notte, specialmente nelle extraurbane, limitandosi a fornire, per ciscun medico, solo un giaccone, peraltro ingombrante ed utilizzabile soltanto durante la brutta stagione. Ma a peggiorare la situazione non sono soltanto le carenze logistiche, bensi’ anche l’istituzione di turni di lavoro a casaccio, con turni di reperibilità che disattendono palesemente quanto previsto dal DPR 270/2000, come osservavano nel 2008 i segretari Cgil Catucci e Mazzarella. Che non dimenticano nel loro “cajeur de doleance” le postazioni del 118 allocate in locali sporchi e privi di targhe identificative, spesso ubicati in stradine strette e di difficile tansitabilità. Da non dimenticare che alcune postazioni “118” baresi sono sprovviste di attrezzature per conservare e trasportare i farmaci, come accaduto quando alcune medicine si “cristallizzarono” a causa dl freddo, mentre la prossima estate altri farmaci potrebbero risultare degradati, cioe’ avariati e quindi da buttare. Ma non basta. Nonostante le promesse e gli impegni dell’ex Governatore e dell’ex Assessore alla Sanità, molte autoambulanze sono ancora prive di adeguate attrezzature sanitarie (suturimetro, kit per tracheotomia, tubi endolaringei, etc) mentre altre volte e’ capitato che nessuno riparasse quelle usurate. Inutile dire che alla carenza di mezzi e quant’altro, per gli operatori del 118 in Puglia ancora non è mai esistita alcuna organizzazione di corsi d aggiornamento professionale: il personale in servizio, quando sarà e se sarà, insomma, potrà’ fare da se’… o niente. Ecco spiegato l’intervento in Terza Commissione regionale per risolvere i tanti nodi al pettine. Prima che si senta parlare di altri morti a causa della mancanza di un infermiere professionale…anzi, no, di un’autoambulanza del Servizio 118 a Bari.

 

Francesco De Martino

 

 

 


Pubblicato il 14 Gennaio 2014

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