Cultura e Spettacoli

L’uomo del futuro è ‘poetico’

Vibra nei ‘ritorni’ un vigore che avvince. Che a ritrovarsi siano ‘moschettieri, compagni di classe o componenti di una band storica non fa differenza. Quanta energia domenica scorsa a Forenza nella Chiesa del SS. Crocifisso del Convento dei Frati Minori dove ‘di scena’ erano i poeti della Vallisa. Gli stessi che sotto le volte di quel tempio, ventotto anni prima, avevano chiuso una vibrante giornata di ‘pubblica poesia’ consumata lungo le viuzze del pittoresco borgo del potentino. Un ritorno festoso per festeggiare altro anniversario : il trentennale de La Vallisa, la rivista fondata da Daniele Giancane (e giunta al 91esimo numero) e intorno alla quale orbita l’omonima, cangiante formazione. Madrina della grande rentrèe, come già a suo tempo ispiratrice del primo evento, la Prof.ssa Anna Santoliquido, nativa di Forenza e barese per adozione. Un evento ricco, diviso tra momenti coreutico/musicali di schietta matrice popolare e interventi di acuta riflessione. Interessanti le parole di Daniele Giancane a proposito della ‘invulnerabilità’ della poesia (“una delle pochissime cose al mondo che non possono diventare merce di scambio”). Alla luce di questa considerazione, come classificare La Vallisa? Giancane vede un piccolo popolo di poeti “non narcisisti” che, in coerenza col loro Manifesto, perseguono una funzione sociale : costruire l’uomo nuovo, “l’uomo poetico”. Un modo di vedere le cose in sintonia con lo spirito dei volumi che, dopo, sono stati oggetto di presentazione.  ‘Vestali di un mondo senza sogni” di Gianni Palumbo e ‘La luce del mondo – Antologia dei Poeti La Vallisa’ di Marco De Santis ripercorrono da angolature diverse i trent’anni di attività di questo multiforme gruppo. A seguire, brevi e preziosi contributi di Padre Emilio Giugno, Franco Mastrandrea (Sindaco di Forenza), Gaetano Bucci,  Nicola Accettura, Vittoriano Caporale, Renato Greco, Angela Giannelli, Dina Ferorelli, Nicola Maselli, Raffaella Simone, Nicola de Matteo e Antonio Massimini. Un trovarsi e un ritrovarsi che è frutto indiretto di un’invenzione maturata in un caldo pomeriggio d’estate del 1981, una di quelle cose che sembrano buttate lì e che invece alla lunga si rivelano capaci, nel loro piccolo, di scrivere la Storia. A Giancane quel nome (La Vallisa) arrivò in capo come una frecciata. Appena dopo (che onore) egli per telefono ci partecipava la visione di una comunità di poeti sotto l’egida di un nome benefico, che portasse bene! Dopo l’insuccesso di Interventi Culturali ci parve una follia. Ma certa follia, oltre che benefica, è pure terribilmente contagiosa. Per questo motivo demmo l’immediata disponibilità ad essere della partita.

 

Italo Interesse


Pubblicato il 10 Agosto 2012

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