Cultura e Spettacoli

Michele, l’ultimo giullare

I grandi della risata hanno lasciato il segno in modi diversi. Per esempio, il personaggio di Charlot inventato da Charlie Chaplin conobbe migliaia di imitatori. Tra gli italiani si sono distinti in tre: Umberto Zuanelli, Aldo Caruso e Michele Genovese. Di quest’ultimo, nato a Barletta il 5 luglio 1907, ricorre oggi il 115° anniversario della nascita (Genovese si spense a Bitonto il 1° agosto 1980). Passato alla storia locale come ‘Piripicchio’, il Nostro fu artista di strada che per tutta la vita non mise mai piede in un teatro, tranne una volta, quando consumato da una vita errabonda e stentata, condotta prevalentemente in Puglia, si era ritirato dalle scene : Nel giugno del 1977, al Piccinni, nel corso di una  serata di premiazione dei vincitori della prima Marcialonga dei tre Ponti di Bari, Genovese, accompagnato alla chitarra dal poeta dialettale Vito Bellomo, si esibì nel suo cavallo di battaglia : ‘Era un bel giorno di maggio’. Definito il Charlie Chaplin pugliese, Genovese andò oltre la macchietta d’imitazione. Vestiva frac, panciotto e bombetta, all’occhiello portava una gardenia o un garofano ; un bastoncino di bambù (che faceva volteggiare) e un cravattino da cerimonia completavano il suo look. Classico autodidatta, era un attore ‘d’istinto’, un giullare a modo suo, forse l’ultima maschera della commedia dell’arte. Cantava, accennava passi di danza, raccontava storie sapide e argute, condite da maliziose allusioni. Si faceva precedere da una grancassa e un piffero. Si vuole che il suo nome d’arte (Piripicchio) sia stato coniato dal popolo, ricavandolo da quel pi-ri-pì, pi-ri-pì, pi-ri-pì che lo annunciava agli angoli delle strade più battute, in prossimità dei mercati, in occasione di sagre e fiere. Viveva delle monetine che la gente gli lanciava dai balconi o gli metteva nella bombetta. Michele Mirabella definì questa “figuretta elegante e paradossale, grottesca e poetica”, “un dandy rusticano”, un eroe “dell’avanspettacolo povero”, un “giullare di razza” che intrecciava “lazzi da vaudeville con memorie di perdute atellane, frizzi candidamente osceni, canzoni malinconiche intarsiate di sberleffi improvvisi con filastrocche sull’amore e sulla lontananza”. Michele Genovese mori in miseria. Il Comune di Bari gli ha intitolato la strada della città vecchia che sbocca su Piazza Ferrarese nei pressi del Fortino Sant’Antonio. Nel 2010 Vito Giuss Potenza (per la sceneggiatura  di Antonio Garofalo e Luca Vessio) ha girato ‘Piripicchio, l’ultima mossa’ ; a prestare il volto a Genovese fu Nicola Pignataro. Barletta gli ha dedicato una piccola via nei pressi del Castello. – Nell’immagine, Michele Genovese in età adulta e in abiti…civili.

Italo Interesse


Pubblicato il 5 Luglio 2022

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