Cultura e Spettacoli

Minima moralia (Meditazioni sulla Vita Offesa. T. Adorno) (68)

“I nostri figli”, ”Per i nostri figli”, quanto familismo indigesto in codesto politicarume, praticato dai nostri politicanti ultratrentenni  o ultraquarantenni e, ancora, peggio, quanto non adeguata ai loro incarichi istituzionali, a volte di vertice, l’esibizione, che non interessa a nessuno, se non ai cultori del “gossip”alla signorino, della loro vita di coppia, molto spesso (tranne il renzi che, certamente, gradito a una parte del clerume vaticaneo, sarà, offrendosi come monogamo, fedele all’agnese) con la compagna, quasi, convivente, o con la fidanzatina del momento, potendo sfogliare i primi, essendo i secondi celibi, lo “status” anagrafico, berlusconi “docet”, di pluridivorziati o di pluriseparati dalle donne, con le quali sul canonico altare (serviva e, forse, ancora, serve per dare un po’ di cattolichina negli occhi dei battezzati, cresimati per dovere civico) giurarono eterno amore, finché morte non li avesse divisi. In ogni caso, comunque, quando un vieto professionista del politicume italiettino insiste che il suo impegno è volto non  solo al bene, alla prosperità dei  figli, ma aggiunge l’aggettivo possessivo, al falso “plurale majestatis”, cioè, “nostri”, i loro clienti, i loro manutengoli devono o dovranno rassegnarsi che per i loro figli saranno riservate le briciole, caso mai, di ciò la tavolata delle prebende di stato permette a chi si appresta più ad essa vicino. Inoltre, consapevoli i nostri ultratrentenni/ quarantenni  politicanti di dovere fronteggiare una manutengolata, spesso, omofoba, più omofoba di quella che consentì a hitler di inventarsi le camere a gas, per farvi chiudere gli occhi ebrei, zingari e omosessuali, appena esordiscono in politicheria ci tengono  a “nunziare” ai votanti eterosessuali di essere, felicemente, fertili e, per darne la prova, si recano, scortati da un nugolo di poliziotti, a spese del contribuente, presso un noto lido di proprietà di sodali, ove, tra la noncuranza generale, ostentano, non le figliolette femmine, ma i prediletti figli maschi (altro che superamento dei pregiudizi di genere: mio Nonno, Uomo dell’’800, Proclamava: ”Meglio 100 figli maschi, che non una figlia femmina) che, ben palestrati, saranno i sicuri continuatori della funzionalità dei loro organi genitali. E, per non fare nomi, salvini si fa fotografare mezzo nudo, guancia a guancia, con  una delle ex conduttrici de ”la prova del cuoco”; l’ex bibitaro, universitario “fuori corso ad aeternum”, nella romana “villa borghese” a sdilinguarsi con una signorinella; il premier conte dai fotografi di ”Diva e Donna”, in costume a san felice al circeo, con la fidanzata, ci precisano i gossipari, olivia palladino. Quale la morale della favola? La classe politica d’antan, quella, per intenderci, della cosiddetta prima repubblica, sarà stata corrotta o corruttibile, più di quella attuale, ma mostrò un pregio: la riservatezza della vita personale. Di rado, sfoggiarono, misero in piazza le loro mogli o compagne (non ricordo in nessuna occasione, sia politica, che mondana, togliatti in compagnia di nilde Jotti), e di molti niente si sapeva cosa facessero i figli, se ne avessero. Ad esempio di andreotti non si conosceva il volto della moglie e dei due figli, che vivevano negli “states”, forse addetti in qualche ambasciata. Eppure, se teniamo conto che il “divo” 7 volte fu presidente del consiglio dei ministri e, poiché nella sua carriera politica fece visita a tutti i ministeri,  certamente, ministro degli esteri in uno dei tanti ministeri democattolici, non  brigò, mai, e avrebbe potuto, che uno dei suoi figli ascendesse alla titolarità di qualche ambasciata italiettina nel mondo. Gli “animalia nova” del politicume nostrano, invece, non hanno altro da mostrare, facendosi schizoidamente, accompagnare da fotografi e da selfisti, che la loro esistenza reale, che è quella di essere ometti sani, normali occidentali, di conseguenza, ecco il loro modo di pensare mediocre e i prodotti mediocri del loro pensiero.

 

Leggo  su “facebooK”  un’affermazione, molto populista e, quasi, giustificatrice, come farebbero le damine di carità, della pigrizia mentale, intellettuale, culturale del povero, di  ernesto guevara, il famoso “el che”. Avendo, purtroppo, molto la Storia Studiato, non MI ha, giammai, incantato codesto mito borghese dei figli di papà sessantottini e oltre, la cui foto, stampata su magliettine griffate, ha fatto la economica fortuna dei produttori  di codesto capo d’abbigliamento. Se “el che” si fosse salvato dagli scherani della “cia”, che guidavano le milizie boliviane sguinzagliate, per catturarlo, sarebbe diventato la spalla violenta del suo sodale, fidel castro. Anzi, il dittatore cubano, per toglierselo dagli attributi, accolse di buon grado il progetto dell’ernesto di farsi promotore del risveglio dei popoli, oppressi dai colonialisti di tutte le risme. Gli diede un po’ di dollari e lo mandò allo sbaraglio prima nel congo belga (oggi repubblica democratica, si fa per dire, del congo) e, poi, in bolivia, ove,  ferito, fu catturato e giustiziato da reparti boliviani e dai funzionari, Ripeto, della ”cia”. La Storia ci Rende Consapevoli che  la borghesia movimenta le sue avanguardie, non per liberare, politicamente ed economicamente, le masse asservite e impoverite, ma per diventare essa stessa classe dominante, in maniera, impudicamente, più oppressiva dei precedenti detentori del potere, fatti sgomberare dal ”palazzo”. Così è stato, ad esempio: prima, durante, dopo la rivoluzione francese; prima, durante, dopo la rivoluzione russa; prima, durante, dopo la rivoluzione cinese; prima, durante, dopo la rivoluzione cubana. Si parte dall’oppressione dell’uomo sull’Uomo e, dopo lo scorrere di fiumi di sangue, di guerre  interne ed esterne al paese, coinvolto nel vortice rivoluzionario, e si approda ad una rinnovata oppressione dell’uomo sull’Uomo con  attori delle carneficine diversi, ma medesimi nell’umanità di coloro a cui hanno sottratto il potere. Stabilizzatisi nel ”palazzo” i nuovi dominanti, ecco il rituale dei processi contro i supposti traditori della rivoluzione che, come  Lamentava  Marx, si mangia i suoi figli, in quanto, anche attraverso la tortura, il comminare lunghe pene detentive, si deve arrivare all’uomo solo al comando, accerchiato da un nugolo ristretto di fedelissimi che, però, non devono, assolutamente, fare ombra al predestinato ad essere il solo, il capo. L’ernesto aveva, a modo suo, troppo carisma, sicché fidel, non potendo imbastirgli un processo, non potendo rinchiuderlo in un “vittoriale”, come fece, o riuscì a fare mussolini con d’annunziò, lo mandò a morire lontano dalle sue scatole. Allora, quale la somma saggezza del fu medico di cuba? Ecco, la banale, ovvia gravità della asserzione dell’ernesto che, quasi, condanna il povero, non solo ad essere povero “ad aeternum”, eziandio, stupido: “Quando il povero ed il ricco votano lo stesso partito, uno dei due sbaglia… e non è il ricco”. E perché è ,forse, scritto nel cielo che il povero debba sbagliare? Non l’ ha, forse, l’Alma Natura Dotato dell’ Organo dell’Osservare, dello Stabilire Rapporti Logici tra le cose, i fenomeni Osservati e Sofferti, per Prendere Decisioni, che lo Portino a Cambiare il Mondo, così come l’ha trovato, ingiusto, non vivibile per miliardi di uomini? Finiamola di giustificare la pigrizia degli oppressi; finiamola di considerare il povero, razzisticamente, incapace di capire ciò che capirebbero o sarebbero capaci di capire i ricchi; ed i poveri, come classe oppressa, per prima cosa, pretendano che essi possano accedere ai medesimi livelli culturali che, per secoli, sono stati patrimonio delle classi detentrici del potere, grazie ai quali hanno potuto tenerli in smaccato asservimento. Il fatto è, per Parafrasare Erich Fromm,  la Libertà impaurisce miliardi di uomini, che con Essa, per Essa dovrebbero essere costretti a Mettere in funzione quelle Capacità Intellettuali, di cui nessun uomo è privo. Ma Ragionare, Scegliere, Giudicare Implica Sviluppare la Responsabilità, che è un grosso peso da sopportare da parte di chi non si E’ Sentito, mai, Attore, Faber della sua vita, della sua Storia e tanto meno della Storia dell’Umanità. La Responsabilità E’ il fondamento della Libertà, sì che il povero, che vota il medesimo partito del ricco non sbaglia, anzi lo fa, consapevolmente, ché non vuole essere Libero, non Responsabile, sebbene un cervello all’ammasso, un belante che delega ad un altro uomo, come lui, ma più furbo di lui, di mettergli la cavezza e d’intimargli, di minacciargli qualsiasi guaio, se non dovesse  rispettare i suoi ”dictat”. Per Concludere, se gli afroamericani in passato hanno votato, votano trump, e continueranno a farlo, saranno cazzi loro, se la polizia trumpiana ucciderà loro fratelli indifesi, inermi; se i meridionali di terza, quarta generazione, trovandosi negli stazzi padani, ove i loro genitori venivano dai nativi in essi schifati, come appestati, votano lega in massa; se i meridionali che, in passato, votarono almirante e, poi, fini, e, poi, berlusconi e, fra non molto, meloni e salvini, furono e saranno cazzi loro, se la forbice dello sviluppo economico tra nord e sud sì dilaterà, senza che Idee, pur Stimolanti, possano essere in grado di diminuirne l’irrevocabilità.

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano


Pubblicato il 15 Settembre 2020

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