Cultura e Spettacoli

Miro Abbaticchio presenta #iorestoincuffia

Nato a Napoli ma pugliese d’adozione, dopo il successo di “Microm” edito da Musitalia nel 2019, prosegue il suo lavoro di produzione durante la quarantena

 

Maestro, ci parli del suo originale progetto per il web

 

“Ho intitolato questo progetto #iorestoincuffia, poiché durante i miei concerti dedicati alla musica da film, suono costantemente in cuffia. Seguo il click generato dal computer che mi consente di suonare in tempo reale le mie orchestrazioni virtuali, proprio come fanno le orchestre sinfoniche quando devono registrare la colonna sonora di un film. Da anni mi dedico all’orchestrazione con strumenti virtuali, arrangiando soundtracksfirmate, tra gli altri, da Hans Zimmer, Thomas Newman, Vangelis, Keith Emerson e molti altri, accompagnandole spesso a mie composizioni originali. Il progetto ha visto la luce un paio di anni fa e mi è tornato molto utile in questo periodo di quarantena, nel quale gli artisti, costretti in casa, continuano a produrre seguendo un percorso diverso ma che conduce al medesimo risultato. Ho ritenuto opportuno dare anch’io un mio piccolo contributo, creando dei veri e propri videoclip visualizzabili sul mio canale YouTube. I titoli sono variegati: Inception, Inferno, 1997 Fuga da New York, American Beauty e molti altri. La particolarità delle mie esecuzioni si concentra sull’uso contemporaneo di più tastiere ognuna delle quali, opportunamente programmata, mi consente di riprodurre più suoni orchestrali simultanei. E’ una tecnica che ha permesso a molti autori di colonne sonore di diffondere live le loro composizioni e che ho già sperimentato durante i miei concerti”.

 

Dopo la pubblicazione di Microm, un viaggio nell’universo attraverso la sua forza, dove ci condurrà la sua prossima opera?

 

“Dopo aver pubblicato Microm, frutto di mesi di lavoro, uscito nel 2019 con lo scopo di realizzare musiche per documentari, continuo a produrre orchestrazioni virtuali, siano esse colonne sonore di pellicole di successo, oppure brani di mia composizione. Attualmente sto lavorando ad una messa per coro e orchestra, sempre utilizzando librerie orchestrali campionate. La particolarità di quest’opera risiede nella totale programmazione di un coro campionato che ha cantato le parole da me scritte nel programma di editing”.

 

Il web oggi più che mai, in questa particolare condizione dell’umanità a livello mondiale, pare sia diventato il principale protagonista della comunicazione a tutto tondo.

Eppure la musica e l’arte, più in generale, hanno sempre avuto bisogno di un contatto diretto col pubblico per trasmettere determinate emozioni e sensazioni…

…In quest’ottica, come si può conciliare questo dualismo sviluppatosi dall’esigenza di sincretismo sensoriale tra il classico e il nuovo “web-sound” del terzo millennio?

 

“Ritengo che mai come in questo periodo, l’umanità sia fortemente vincolata alla tecnologia, grazie alla quale può continuare a lavorare da casa, può continuare a viaggiare virtualmente e può produrre arte (musica, letteratura, spettacolo). Ovviamente manca il contatto col pubblico, ma comunque l’artista in questo modo riesce a mantenersi in allenamento in attesa del ritorno alla normalità o, come sostengono in molti, aspettando un nuovo inizio in cui audience e artista baseranno la loro convivenza su una relazione nuova. Non posso sapere quale essa potrà essere, ma sicuramente sarà molto interessante scoprirlo”.

 

In questi ultimi mesi abbiamo assistito a diversi flashmob musicali sui balconi delle abitazioni o sul web per esorcizzare la paura da Covid-19. Secondo lei perché e, soprattutto, come può la musica, durante l’epidemia, rappresentare un modo per reagire alla noia dell’isolamento?

 

“E’ stato commovente, soprattutto durante i primi giorni di quarantena, assistere all’esibizioni di artisti e dei loro talenti dai balconi, dai terrazzi, principalmente attraverso la musica. L’arte dei suoni, produce frequenze, vibrazioni, probabilmente è l’unica forma di comunicazione universale. La musica colpisce tutti noi senza bisogno di spiegazioni, può piacere e quindi comunica un messaggio di benessere; può non piacere e pertanto trasmette disagio, ma la grandezza di questa forma d’arte è che raggiunge tutti molto personalmente”.

 

 Se dovesse suggerirci un’immagine o una sonorità per evadere da questa triste realtà del momento, a cosa penserebbe?

 

“Al movimento degli astri, che, come sosteneva Pitagora, producono un suono (armonè), non percepibile all’orecchio umano. La vera musica”.

 

Maria Giovanna Depalma


Pubblicato il 1 Maggio 2020

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