Cronaca

Movimenti e partiti: “Quelle vasche in contrada Martucci non possono aprire”

Non se l’aspettava proprio nessuno, tanto meno partiti e movimenti politici maggiormente impegnati sul fronte ambientale a Mola di Bari che, con una lunga missiva indirizzata a Presidente Emiliano ed Assessora all’Ambiente Maraschio ora faranno di tutto per scongiurare la riapertura delle vasche di servizio/soccorso per la raccolta dei rifiuti in contrada Martucci. Cosa è accaduto? La notizia della riapertura e riattivazione di quelle vasche di servizio, circolata dopo all’incontro fra Regione e Sindaci di Mola e Conversano del mese scorso, ha colto di sorpresa, destando stupore e ‘forte preoccupazione’ nell’opinione pubblica del comune a una dozzina di chilometri dal capoluogo. La tormentatissima vicenda di quel sito, teatro di situazioni che si sono venute a sovrapporre nel corso di quasi quarant’anni di attività, con tanto di manifestazioni e persino rivolte popolari, già dalla fine degli anni Ottanta dello sorso secolo, è stata sempre al centro dell’attenzione di cittadini, associazioni ambientaliste e partiti come quello della Rifondazione Comunista e Socialista di Mola. Finendo per coinvolgere, naturalmente, pure i Comuni orbitanti interessati, appunto, ai servizi di contrada Martucci. Né è mancata, nel tempo, l’attenzione della Magistratura su quanto avveniva in quel sito, tanto da avviare indagini e istituire procedimenti giudiziari, anche di natura penale, alcuni dei quali non sono ancora conclusi. Il ramo più importante di tali vicende giudiziarie ha riguardato il processo instaurato per reato di disastro ambientale che si è concluso nel maggio di tre anni fa con sentenza di non luogo a procedere per insufficienza di prove. Infatti, come ha scritto il giudice Diella in sentenza “gli elementi acquisiti a sostegno della sussistenza del reato (…) insufficienti, non inequivoci, in parte contraddittori”, ma ha al contempo con chiarezza affermato “spetterà non al Giudice penale ma agli organismi di controllo e agli Enti locali competenti (…) effettuare le loro autonome valutazioni in merito alla eventuale possibile ripresa di esercizio/utilizzazione/messa in sicurezza in tutto o in parte delle vasche A e B …”. E non basta. Lo stesso Consiglio regionale, nel 2013, fece istituire con un O.d.g,, al momento dell’approvazione del Piano Regionale dei Rifiuti, un apposito Comitato Tecnico (poi ribattezzato Tavolo Tecnico) per acquisire elementi di valutazione sullo stato dei luoghi nell’“Area Vasta Contrada Martucci”. Comitato che, con estremo ritardo rispetto ai tempi previsti (sei mesi), nel novembre del 2019 ha consegnato agli organismi regionali un ‘report’ evidenziando significative criticità e compromissioni, rilevate in tempi e da soggetti diversi, per ultima l’Agenzia Regionale della Puglia per l’Ambiente (Arpa), con la necessità di stralciare in via definitiva il sito Martucci dal nuovo Piano dei Rifiuti di prossima valutazione e deliberazione in Consiglio regionale. Alle stesse determinazioni e analoga richiesta sono pervenute anche le Amministrazioni Comunali di Mola e Conversano che, in una seduta congiunta del 22.11. 2019, hanno anch’esse chiesto lo stralcio e messa in sicurezza di quel sito altamente pericoloso per la salute pubblica. <<Per tutte queste ragioni -si legge nella missiva indirizzata, come dettop, ad Emiliano e alla Maraschio – in conformità delle indicazioni del Tavolo Tecnico, dei Consigli Comunali Conversano e Mola, al fine di tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente dei territori interessati, per tutto quanto sopra rilevato, riteniamo la “questione Martucci” definitivamente chiusa ed invitiamo, pertanto, le SS. VV. a volersi adoperare per la messa in sicurezza e chiusura di tutti gli impianti di trattamento e conferimento dei rifiuti, nonché per lo stralcio definitivo del sito dal Piano Regionale di Gestione Rifiuti>>.

Francesco De Martino


Pubblicato il 17 Aprile 2021

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