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Niente difensore e garante: in Regione calpestano i diritti

Niente numero legale e tutti a casa, i consiglieri regionali pugliesi scivolati perfino su una antica e ingiallita oltre misura buccia di banana come quella dell’istituzione del difensore civico. “La Puglia ha bisogno di un difensore civico e non di altri due garanti – quello dei diritti di cittadinanza, degli utenti e dei consumatori, e quello del diritto alla salute – oltre ai tre esistenti”, hanno attaccato a testa bassa dai banchi di Fratelli d’Italia, l’altro ieri nell’aula di via Giovanni Gentile. Il Consiglio regionale era stato impegnato a discutere su una proposta di legge sull’istituzione dell’ufficio della difesa civica mentre da oltre due anni la maggioranza non è in grado neppure di eleggere il garante dei disabili, figura essenziale per le centinaia di associazioni che chiedono un loro interlocutore istituzionale. E’ infatti da quasi un anno che il Presidente Emiliano e il suo partito democratico non riescono a mettersi d’accordo, indirizzando in Consiglio la nomina del garante dei disabili, nonostante sia stata depositata da mesi una terna di nominativi che conta un ex consigliere comunale barese, una funzionaria regionale e un rappresentante delle associazioni. Ma niente, tutto fermo dallo scorso anno, mentre opposizioni e associazioni di disabili premono e protestano per colpa dell’ennesima spartizione ‘al rallentatore’ nel partito di maggioranza a via Gentile. “Per questo motivo Fratelli d’Italia non condivide la proposta di legge che punta – come se ce ne fosse bisogno – a moltiplicare le ‘poltrone’ anche quando si parla di diritti delle persone. Senza, è bene dirlo, istituire il difensore civico che servirebbe alla Puglia. Noi siamo convinti -ribadiscono i consiglieri del partito di Giorgia Meloni – che serva un difensore civico e siamo pronti anche a modificare lo Statuto che prevedeva per questa figura un organo collegiale, modificando una decisione che ormai risale a quasi vent’anni fa”. Insomma, non è ancora giunta l’ultima chiamata per l’istituzione di una figura come l’Ombusdman, prevista dallo Statuto Regionale all’art. 50 e oggetto di discussioni infinite in Commissione intese a sollecitare la nomina di chi dovrebbe, appunto, garantire i cittadini. Figura che tutti vogliono in Puglia, ma solo a parole; tutti pronti a versare fiumi di parole e inchiostro sui compiti di difesa della legge e garanzia nell’azione amministrativa, di tutela libertà e principi fondamentali dei cittadini: infine i consiglieri componenti pugliesi della Commissione Affari Istituzionali hanno espresso più e più volte la volontà di procedere all’istituzione del difensore civico. Ma dopo una settimana o un mese rieccoli tutti al punto di partenza, in un teatrino che non fa onore a nessuno, tanto meno a un capo di giunta convinto che il difensore civico sia un doppione del…consigliere regionale! Tanto che subito c’è chi è pronto ad accodarsi all’emiliano/pensiero a causa delle spese piuttosto elevate connesse al funzionamento di questo organo. Eppure il difensore civico dovrebbe espletare una funzione da mediatore in tutti i settori: dalla sanità ai trasporti fino ai contenziosi per le bollette di servizi essenziali come fornitura di energia elettrica, gas e acqua, ricevendo migliaia di istanze ogni anno. Basti pensare che il Difensore Civico della Toscana ne ha ricevute in un solo anno circa 2mila e 500, di cui 400 sulla sanità. Ma evidentemente la regione Toscana è distante anni luce dalla Puglia: dal 2004, quando venne introdotto l’ufficio di difesa civica in seno allo Statuto Regionale pugliese, si sono sprecate belle intenzioni, mozioni, impegni, proposte di legge e promesse, frenate con la scusa che il difensore civico costerebbe troppo alle tasche dei cittadini…bufala da ricorso alla Corte Europea di Giustizia, altro che difensore civico…

Francesco De Martino


Pubblicato il 2 Marzo 2023

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