Cultura e Spettacoli

“Non sono un assassino”, un libro emozionante e pieno di ritmo

Col noto Magistrato e scrittore barese, dottor Francesco Caringella spaziamo dal suo ultimo romanzo giallo  “Non sono un assassino”, sino alla fede e agli intrighi vaticani e relativi complotti, ove esistano. Caringella ha recentemente firmato “Non sono un assassino”, un libro emozionante e pieno di ritmo, che ha scalato le classifiche nelle vendite. Un testo che merita lettura, eccome.

 

Dottor Caringella, qual è l’intento del suo romanzo?

 

“Spesso raccontiamo le storie dalla parte dei giudici e degli investigatori. Questa volta, partendo dalla mia esperienza di giudice, ho immaginato che cosa possa frullare nella mente e nel cuore di una persona rinchiusa in gabbia, brutto termine, in udienza, quando un altro uomo, fallibile, come il giudice ha nelle sua mani la sua vita. Come noto, anche il magistrato può sbagliare, dunque è giusto immedesimarsi nelle tribolazioni dell’imputato e vivere il suo dramma, senza scivolare nel pietismo, ovviamente”

 

Come affrontare il mestiere difficile di giudice?

 

“Con misura e senza inutili protagonismi, cosa nella quale tanti di noi a volte cadono per mettersi in evidenza e sbagliano, alla pari dei colleghi che si mettono in politica. Cosa lecita, ma molto discutibile secondo criteri di opportunità”

Passiamo alla fede. Lei è credente?

 

“Lo sono. Anche se a volte mi assalgono dubbi e forse tormenti, come succede a tutti, specialmente in momenti difficili. Quando arriva anche lo sconforto. Il dubbio del credere e di credere penso che alla fine fortifichi e non indebolisca la fede e vado con la mente ai tanti mistici cristiani”

 

Da Magistrato e credente. Si è scritto, in relazione alla notizia del tumore, che era in atto un complotto ai danni del papa, condivide?

 

“No, e qui viene fuori il magistrato. Non vi era e non c’è lo straccio di una prova concreta e dunque di cosa parliamo? Probabilmente si è trattato solo di un caso di superficialità nel divulgare una notizia meritevole di maggior riscontro, ma di qui al complotto ne passa. L’Italia è il paese dei complotti, li vediamo sempre anche quando non ci sono. Basta un fatto non spiegabile al momento e si parla di complotto”

 

Perchè il Vaticano attira tanti romanzi spesso di spie, fatti misteriosi, atmosfere rarefatte?

 

“Perchè con la sua chiusura all’esterno, in un certo modo, incoraggia queste visioni. Ovviamente come in tutte le società, qualche gioco di potere al suo interno c’è ma viene esagerato in maniera romanzata sino ad arrivare alla bufala, come fu per il presunto omicidio di papa Luciani, un racconto suggestivo, ma anche qui senza nessuna vera prova concreta”.

 

Bruno Volpe


Pubblicato il 13 Novembre 2015

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