Cultura e Spettacoli

Pane e Quotidiano, una settimana con Clemente Rebora (II Parte)

Cari lettori, con il nuovo anno vi giungono novità, nel solco del nutrimento della poesia. Concorderete con noi che per incontrare un Autore non basta una sola poesia. Ma cinque poesie in una settimana, forse sì.Allora, siete pronti ad immergervi nell’onda dei versi?Ritagliamoci, dunque, qualche minuto al giorno per stare a contatto con l’universo poetico intorno a noi. Buona Poesia a tutti!

Nel 1914, Clemente Rebora conosce Lidia Natus, una pianista russa, e con lei vive a Milano (in via Tadino, 3) fino a quando la loro relazione si interrompe, dopo la guerra. Allo scoppio della prima guerra mondiale, viene richiamato alle armi con il grado di sottotenente nel 72º reggimento fanteria e in dicembre dello stesso anno combatte sul monte Podgora. Subisce un forte trauma alla testa, a causa di un’esplosione e rimane a lungo in stato d’incoscienza. Viene ricoverato e tra il ‘16 ed il ‘19 e passa da un ospedale militare all’altro finché, nel 1919, viene riformato con la diagnosi di infermità mentale.

Questo non gli impedisce di continuare il lavoro d’insegnante e di portare avanti varie attività. Tra il 1919 e il 1928 insegna in vari istituti privati, dirige la collezione “Maestri di Vita” per l’editore Paravia, e tiene numerose conferenze. Nel 1922 pubblica i ‘Canti anonimi’, raccolti nelle edizioni ‘Il Convegno’, di Milano.

 

Dieci poesie per una lucciola – II  

 

Verrà l’aurora

che ti lusinga;

senza dir che mi ami,

senza far che ti stringa,

nel letargo di tutti

sul mio tronco riposa:

stà, chiocciolina,

all’ascella dei rami

stà farfallina,

sulla guancia dei frutti.

 

rubrica  a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 6 Gennaio 2022

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