Cultura e Spettacoli

Poesia : la solitudine è il prezzo del sogno

Succede talora di ricevere cattiva posta. E nel parlare di ‘cattiva posta’ non ci riferiamo a lettere minatoria o pacchi bomba. Stiamo parlando di un bel libro di poesie a firma di un valido autore nostrano, tanto prolifico quanto oggetto di non adeguata considerazione (Renato Greco). Un libro corredato del più amaro messaggio che qui riportiamo : “Gent.mo/a, tra i miei sporadici o venticinque lettori/trici, ti invio il secondo volume di una mia opera in cinque volumi…Oggi tale opera mi ruba spazio in casa e per non conferirla al macero o ai cassonetti della carta…. chiedendoti scusa di tale invio, credo sia il modo più onesto per disfarmene…”. ‘La lunga via, da ieri  fino a dove’ (Edizioni dal Sud) è monumentale espressione di poesia epica dove in “37 tempi e due voci” si celebrano fasti dell’era antica sfuggiti all’Epopea di Gilgamesh, al Mahabharatha e all’Antico Testamento. Un genere, quello scelto da Greco, che per la sua difficoltà è assai poco frequentato dalla poesia italiana. Eppure tanto sforzo, tanta qualità possono non bastare. E’ la sorte di molti poeti, anche di quelli talentosi, novero nel quale inseriamo il Nostro. Così, anni di lavoro e di passione stremante si sublimano, poi sfioriscono, nella stampa di centinaia e centinaia di copie che dopo breve e circoscritta attenzione diventano ingombro cartaceo in salotto, nello studio, nella cantinola. Libri venuti alla luce senza camicia all’interno di un mercato che non sa cosa sia selezionare, dove tipografi si piccano d’essere editori, dove lobby e logge mettono trofei nelle mani di ‘predestinati’. E allora vien da prendere da parte ‘i’ Greco e porre loro la domanda più originale : Ma chi te lo fa fare? Domanda dinanzi alla quale essi non s’indignano, non strepitano, non s’atteggiano a geni incompresi, a profeti inascoltati, a grandi accusatori. Semplicemente, tacciono. Con un sorriso malinconico si liberano dolcemente della stretta e si allontanano. Inutile inseguirli, inutile sforzarsi di farli “ragionare”. Sono inguaribili, irrecuperabili, appartengono a un mondo ‘altro’ e sempre più inconciliabile con quello dell’uomo comune. Come si fa a spiegare che ci si può illuminare d’immenso anche senza chiamarsi Ungaretti, come si fa a partecipare tanta emozione all’omarino annebbiato dal sogno del gratta e vinci o rancoroso verso il dirimpettaio per una faccenda di tabelle millesimali? Non si può. Ma è forse questo un buon motivo per rinunciare alla poesia? Il verso ha un prezzo alto. Ciò vale per ogni forma di Bellezza. Quando a Edmund Hillary, reduce dalla conquista dell’Everest, chiesero perché fosse salito in cima al mondo, lo scalatore neozelandese, riferendosi alla più alta montagna del globo, rispose : “Perché è là”. Inutile chiosare su tre parole. Come dice il popolo : Chi capisce,  capisce. Scendendo dalla massima vetta del Karakorum alla piccola Modugno dove il mite Renato Greco vive, cosa fare di pile di libri senza mercato? Consegnare quel piccolo stock al riciclo significherebbe vanificare il sacrificio patito dai due tre alberi il cui abbattimento fu a suo tempo indispensabile alla stampa di un libro. Prendere invece quel piccolo stock e frangerlo, distribuirlo come fosse pane è gesto quasi eucaristico. In ‘La lunga via, da ieri fino a dove’ non si nasconde il nome di Dio, il mistero della Santissima Trinità, il segreto dei Templari o dell’Arca dell’Alleanza. Il vero tesoro è prima nel gesto ‘titanico’ di aver provato a raccontare l’Infinito e, dopo, nel gesto di diffondere (in modo mirato) una traccia di quel gesto, e senza nulla pretendere. Con “onestà”. ‘

Italo Interesse

 


Pubblicato il 4 Giugno 2013

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