Cultura e Spettacoli

Povero Duca di Bisceglie, non si scherza con i Borgia

Figlio illegittimo di Alfonso II di Napoli e dell’amante Trogia Gazzela, Alfonso d’Aragona portava il titolo di Principe di Salerno e di Duca di Bisceglie. Aveva appena diciassette anni quando nel 1498 a Roma portò all’altare Lucrezia Borgia, figlia di Papa Alessandro VI. Il matrimonio era stato combinato dallo spregiudicato pontefice nell’idea di mettere le mani sul regno di Napoli ; il matrimonio di Lucrezia avrebbe dovuto creare i presupposti per altro e ben più redditizio coniugio, quello dell’altro figlio del Borgia (il tristemente noto Cesare, detto il Valentino) con Carlotta d’Aragona. Ma nell’Europa rinascimentale gli equilibri erano particolarmente instabili. Presto i Borgia mutarono orientamento e adottarono una politica filo francese. Una volta sposata Charlotte d’Albret,  sorella di Giovanni III di Navarra, Cesare Borgia cominciò a vedere nel cognato non solo un parente inutile ma addirittura un avversario. La sorte del Duca di Bisceglie era segnata. Messo in guardia, il 2 agosto 1499 Alfonso fuggì da Roma lasciando Lucrezia incinta di sei mesi. Una volta al sicuro nel napoletano, scrisse alla moglie perché lo raggiungesse. La lettera però cadde nelle mani di Alessandro VI che tese la sua trappola : Una settimana dopo un  capitano spagnolo si presentava al re di Napoli a trattare il ritorno a Roma di Alfonso con allettanti promesse sull’avvenire del Duca di Bisceglie. Lasciatosi sedurre, Alfonso tornò a Roma un mese prima che Lucrezia, l’1 novembre, mettesse al mondo Rodrigo D’Aragona. Il 15 luglio i sicari dei Borgia fecero il primo tentativo. Dopo essersi trattenuto a cena con il suocero, Il Duca di Bisceglie era appena uscito dalla dimora papale quando, sotto la loggia della benedizione, venne aggredito. Ma la destrezza del gentiluomo da camera e dello staffiere che lo accompagnavano valsero a salvargli la vita. Ricoverato in gravi condizioni negli appartamenti pontifici, Alfonso fu oggetto delle cure amorevoli della moglie, di pochi uomini fidati di casa Bisceglie e di due celebri medici inviati dal Re di Napoli. Appena le sue condizioni migliorarono, Lucrezia, non dubitando che dietro l’agguato si nascondesse la mano del fratello, pensò di mettere subito in viaggio il marito verso Napoli nell’idea di raggiungerlo col bambino in un secondo tempo. In quella corsa contro il tempo il Valentino si mostrò più lesto. Racconta Raffaele Brandolini che nel pomeriggio del 18 agosto il Duca di Bisceglie stava nella sua stanza con pochi altri quando irruppe una squadra di armati al comando di don Michelotto Corella con l’ordine del Valentino di arrestare quanti si trovassero presso il cognato per rispondere di complotto antiborgiano ordito, si leggeva nell’ordine, d’accordo con casa Colonna. Eseguito l’ordine, Lucrezia accorse a domandare spiegazioni. Il Michelotto fu evasivo : lui stava solo eseguendo un ordine. Ad ogni buon conto ‘Madonna Lucrezia’ poteva benissimo recarsi a chiedere giustizia al Papa la cui stanza era due porte più avanti. Mentre Lucrezia bussava invano a quella porta, il povero Duca di Biscegli moriva strozzato nel suo letto. Più in là il Michelotto avrebbe parlato di una caduta accidentale e mortale del Duca mentre si levava dal letto. Lucrezia non ebbe nemmeno il permesso di vedere il corpo del marito, come non ebbe il permesso di seguirne il frettoloso funerale che si celebrò la sera stessa. L’1 settembre del 1501 a Lucrezia veniva imposto un nuovo marito, Alfonso I d’Este.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 1 Aprile 2016

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