Cronaca

Pronta a scoppiare la protesta: la rabbia dei dipendenti storici

Si naviga in acque procellose anche per risolvere i problemi del personale dipendente, alla Regione Puglia, oltre che per sciogliere i nodi che attorcigliano la politica condotta dalla giunta guidata da Michele Emiliano. I problemi dei lavoratori sono emersi in gran parte durante l’assemblea tenuta la settimana passata dai dipendenti regionali presso la sede della Presidenza a Bari, organizzata dal sindacato autonomo ‘CSA/Regione’. Del resto sono note le problematiche che riguardano il personale, in primis ancora in attesa dell’applicazione del Contratto Integrativo Decentrato, del riconoscimento della progressione orizzontale, ma anche della possibilità di quella verticale, oltre che della piena applicazione della legge 47/2014, atteso che la stessa legge è stata applicata solo in parte e – guarda caso – solo per quello che riguarda la “interessata” stabilizzazione dei precari. Fatto sta che non è stato dato seguito alla prevista e concomitante operazione di esodo incentivato a completamento della finalità della stessa legge, che avrebbe interessato molti lavoratori regionali, ormai stanchi e demotivati. Carlo Cirasola, segretario Csa/Regione, ci tiene a ribadire, a tal proposito, che l’Amministrazione Regionale per questa parte del personale (oggi ormai definita “storica”) ha continuato a mantenere un atteggiamento di “continuo disinteresse a concedere alcun riconoscimento giuridico ed economico”, dopo aver praticamente sfruttato per anni dipendenti con lavoro prestato al di sopra delle proprie competenze di categoria, sottovalutando che in tal modo si realizzava un “indebito arricchimento” per l’Ente-datore di lavoro. <<L’operazione di esodo incentivato  avrebbe, tra l’altro, agevolato la volontà evidente da parte dei principali rappresentanti dell’Amministrazione Regionale,  a voler privarsi del personale storico per il “forte interesse” che mostra a favore del cambio generazionale della forza lavoro>>, calca la mano Cirasola. Per il quale, nonostante il clima non favorevole, la partecipazione dei numerosi presenti ha in ogni caso testimoniato come la protesta sia sempre più sentita dal corpo vivo dei dipendenti/lavoratori regionali pugliesi che si sentono sempre più offesi, danneggiati e truffati. <<E ‘ il caso di ricordare che negli ultimi quattro anni il reddito di molti di noi dipendenti ha subito una decurtazione dai due ai tremila euro annui – continua Cirasola – a fronte di incarichi specifici e  impegni sempre più gravosi. Le uniche fortune in questi ultimi anni sono state riservate ai funzionari toccati dalle qualifiche di Posizione Organizzativa, che hanno visto incrementare il proprio reddito dai 9 ai 15 mila euro lordi all’anno. E che, in tantissimi casi, svolgono attività analoghe a quelle portate avanti dagli altri colleghi, senza contare che con grande tranquillità le hanno aumentate di numero, “impoverendo” ulteriormente il fondo delle risorse riservato a quel personale ignorato che è ancora in attesa della produttività per l’anno 2019. Produttività che non lascia ben sperare in termini di importi spettanti ai dipendenti>>. Conclusione? <<Tutto ci saremmo aspettati, fuorché l’assenza degli “inquilini” o lori delegati della sede sita sul Lungomare Nazario Sauro, che nonostante preavvisati per tempo sono fuggiti dalle loro responsabilità. Oltraggioso, meschino e offensivo –batte i pugni sul tavolo il segretario Csa – è stata la disponibilità ad un incontro riparatore presso la sede di via Gentile che sarebbe avvenuto a porte chiuse con un numero esiguo di rappresentanti sindacali e solo in presenza dei dirigenti Albanese e Paladino. Ci chiediamo e tutti gli altri interpellati non si sentono chiamati in causa? La parte politica non ritiene importante mobilitarsi di fronte alla protesta e il malcontento di tanti lavoratori?>>. Domande a quanto pare ancora senza risposta in un Ente dove forse chi tiene le leve del potere amministrativo e politico continua a pensare di avere a che fare con sindacati di comodo, accondiscendenti ai propositi di chi non intende certo risolvere i problemi del personale. Anche perché, come minacciano i sindacati autonomi, il tempo della trattativa pare oramai scaduto di fronte all’esasperazione di lavoratori e loro rappresentanti decisi a mettere in campo tutte le azioni possibili per raggiungere i propri, legittimi obiettivi, anche denunciando “indebiti arricchimenti” per alcuni noti personaggi. Nelle prossime settimane, infine, si profilano iniziative nell’interesse dei lavoratori regionali che si ritengono “danneggiati e umiliati”.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 18 Giugno 2019

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio