Cronaca

“Qualcuno dica alla Maugeri che il centrodestra non governa più da nove anni…”

E’ botta e risposta tra l’ex Sindaco Simeone Di Cagno Abbrescia (PdL) e l’assessora Maria sull’ex Fibronit, la fabbrica di amianto all’incrocio tra Japigia e San Pasquale: <>, risponde in sintesi l’ex primo cittadino di centrodestra a Bari. “E’ proprio vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Nel caso dell’assessora Maugeri –continua ironicamente, ma non troppo di Cagno Abbrescia- oltre che di continuare a maneggiare il caso della ex Fibronit come fosse uno spot elettorale, anche il vizio di dare addosso all’untore di manzoniana memoria. Ma comprendo, quando non ci sono argomentazioni valide da opporre a fatti inoppugnabili che fotografano la realtà dello stallo più totale in cui naufragano ormai inesorabilmente gran parte dei progetti di sviluppo della città, sbandierati urbi et orbi, ma mai portati a compimento, l’unica difesa che resta a questa amministrazione è quella di addossare le colpe al sottoscritto>>. Insomma, come detto all’inizio, qualcuno avvisi l’assessora che il centrodestra non governa più Bari. Infatti, premesso che è stata proprio l’amministrazione Di Cagno Abbrescia ad avviare la messa in sicurezza della ex Fibronit con l’installazione di centraline che ne monitorassero costantemente gli effetti relativi alla eventuale dispersione di fibre di amianto e che – proprio per rendere più agevole e individuare la strada migliore per la bonifica, il ripristino ambientale e la messa in sicurezza d’emergenza e poi permanente –  è stata sempre la stessa amministrazione guidata da una coalizione di centrodestra fino al 2004 a far inserire la fabbrica nell’elenco dei siti inquinati di interesse nazionale, è evidente che la nervosa e piccata arrampicata sugli specchi dell’assessora fa emergere una differenza di fondo nel modo di gestire la cosa pubblica. <>, spiega ancora l’ex parlamentare barese. Sul cimitero d’amianto – alla cui tombatura la sua amministrazione preferiva lo smaltimento secondo criteri di sicurezza in siti idonei – ad oggi non vedo sorgere ancora alcun Parco della Rinascita. Questo è un fatto. E all’orizzonte si profila una gara di appalto segnata da un percorso fatto di distratta partecipazione, considerato il lungo tempo impiegato che si vuol spacciare per il frutto di puntigliose verifiche, mentre è solo il frutto delle politiche degli annunci e dei cantieri aperti, a uso e consumo di un sindaco affaccendato su altri palcoscenici e che guarda caso arrivano come orologi svizzeri a ridosso delle campagne elettorali. Conclusione? <

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 28 Maggio 2013

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