Cultura e Spettacoli

Sacro Teatro Nudo è ‘risvegli’

La routine non è l’incubo solo dell’impiegato, dell’operaio della catena di montaggio o del lavoratore agricolo, può toccare anche gli operatori dello spettacolo, i quali, una volta allestito uno show, sono costretti a replicarlo più volte. Non è uno scherzo per una band rock ripetere ad ogni spettacolo la stessa scaletta, così come stentano l’attore e il danzatore a trovare le giuste motivazioni quando chiamati a ripetere cento, duecento volte le stesse intonazioni, gli stessi gesti. Di qui la necessità di piccole libertà all’interno di un delineato solco. Così, come il chitarrista si ritaglia un’oasi solistica trascinando il resto della formazione in una breve digressione strumentale, in teatro un attore s’inventa qualcosa obbedendo all’estro ed esce un attimo dal copione (talora mettendo nei guai un non preparato compagno di scena). Ciò vale anche per il danzatore, seppure un po’ meno poiché la partitura coreutica solo in apparenza concede spazio all’interprete. Per questo motivo sono i danzatori quelli che più amano improvvisare. L’irripetibilità che ne consegue, a volte, rende tali eventi anche più preziosi di performance che sono frutto di un anno di lavoro. Ci siamo convinti di questo giovedì sera a Bitonto dove il corpo di ballo di Res Extensa, Nicola Eboli (attore) e il duo Giuliani – Di Cesare (piano e fiati) hanno dato vita a ‘Sacro Teatro Nudo’, una sorta di ‘scommessa’. Partendo dalle suggestioni condivise nella mattinata dello stesso giorno, consumato in un confronto creativo, le tre forze si sono poi ritrovate sul palco del Traetta per mettere in scena un unico e condiviso sentimento. Sentimento un po’ inafferrabile per forza di cose e al quale un nome può darlo solo il fruitore. A noi è venuto in capo : ‘Risvegli’. Tutto parte dal nulla. Luci, musica e gesto prendono lentissimamente coscienza di sé. Stimolate da suoni intimistici e quieti quattro donne si muovono smarrite, prima di trovare ciascuna la propria strada. Quando poi il dialogo tra piano e tromba si fa più complice, si sviluppa un lento e caldo intreccio di corpi a due. Ritorna la stasi coreutica, cui questa volta fa eco anche quella degli strumenti. Del vuoto approfitta la prosa per ritagliarsi uno spazio. Al termine dell’interpretazione frammenti di carta strappata (quella del testo recitato) cadono su donne letargiche. Un inatteso momento percussivo ridesta l’universo femminile. Un bel dialogo tromba-piano agita il corpo di danza. Si sviluppa un movimento gaio, giocoso e liberatorio che mette fine allo spettacolo. Uno spettacolo gradevole, ben dosato. Applausi per Michele Giuliani (piano), Giuliano Di Cesare (fiati), Nicola Eboli (prosa) e, per la danza, Elisa Barucchieri, Anna Moscatelli, Angela Calia, Alessia Lovreglio. Alle luci il sempre bravo Franz Catacchio.
Italo Interesse
 
 
 
 
 


Pubblicato il 24 Dicembre 2011

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio