Cultura e Spettacoli

Sauri, la fantasia… inesauribile

Sebbene l’habitat del camaleonte sia l’Africa, questo rettile è presente anche in Asia minore, nel medio oriente, nella penisola arabica, nello Sri Lanka, in India. Qualche esemplare è ancora in vita in alcune aree dell’Europa meridionale come Creta, Malta, Andalusia, Grecia, Sicilia e Sardegna. Una volta anche in Puglia. Da noi il camaleonte si è estinto intorno alla fine degli anni settanta. In precedenza, popolava soprattutto l’Arneo, una vasta contrada salentina rimasta pressoché vergine sino al miracolo economico. Il vocabolario ‘griko’ contempla la parola ‘dracuddho’, termine un tempo di largo impiego per indicare una creatura rara e dalle fattezze inquietanti, cui veniva attribuito il potere di uccidere gli animali domestici e di ammaliare gli uomini con la sola forza dello sguardo. Un rettile contemplato pure dai bestiari medievali: il basilisco. Singolare l’analogia fra le riproduzioni del basilisco e l’aspetto del camaleonte. Che il camaleonte salentino sia stato responsabile in alcuni casi di quella forma d’invasamento nota come tarantolismo? In questo caso la responsabilità del fenomeno isterico andrebbe attribuita, oltre che a certi aracnidi, anche ad ogni bestia ritenuta repellente : ratti, rospi, pipistrelli, serpi … e camaleonti, appunto. E ciò indipendentemente dal morso, bastando il semplice incontro a ‘tarantolare’ soggetti ‘predisposti’. Il rapporto storicamente sofferto fra le antiche genti del Salento e gli animali sgraditi ha conosciuto di recente un inatteso ritorno di fiamma col caso del chupacabra. Stiamo parlando di una creatura mostruosa di origine addirittura extraterrestre che si vuole abiti alcune zone delle Americhe dove vive nutrendosi del sangue di animali da cortile, capre in particolare, di qui il nome (succhia-capre). Le descrizioni del chupacabra fornite dai testimoni sono varie. La rappresentazione più ricorrente è quella di un animale piuttosto pesante, della taglia di un piccolo orso, con una fila di aculei dalla testa alla base della coda…Ai primi di dicembre del 1996 in un casolare nelle campagne di Salve, furono trovati i cadaveri di un cane, di un gatto e di quindici galline. Le vittime, che presentavano tutte tre piccoli fori allineati ora sul collo, ora sul corpo, non erano dissanguate completamente e non presentavano il rigor mortis benché la morte risalisse a molte ore prima. In un altro casolare a distanza di un chilometro, un’altra scena allarmante : quindici galline morte con le stesse modalità di cui sopra, in più ricoperte da una sostanza verde gelatinosa. Ad accrescere il mistero, graffi profondi su alcuni tronchi, un tralcio di vite ‘divorato’ e una rete metallica tranciata di netto (la rete difendeva una piccola finestra posta a 1,5 metri d’altezza). Nel novembre del 2001, nell’agro fra Galatone e Poggiardo, altri misteriosi sgozzamenti a danno di polli, tacchini e struzzi da allevamento. Avvistamenti analoghi si registrarono anche in Ucraina dal 2009 e ci fu chi li mise in relazione con possibili mutazioni genetiche a danno di cani ed orsi dopo il disastro di Chernobyl.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 9 Settembre 2021

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