Cronaca

Scandalo rifiuti in Puglia, tutte le domande senza risposta

Sull’eterno scandalo degli sperperi per la gestione dei rifiuti in Puglia da ieri c’è l’ennesima interrogazione, stavolta del capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo, rivolta al presidente Michele Emiliano e all’assessore all’Ambiente, Gianni Stea. “Rifiuti a peso d’oro: siamo la terza Regione in Italia per costo della Tari (la famigerata tassa sui rifiuti), paghiamo mediamente 373 euro l’anno di Tari, contro i 190 euro del Trentino Alto Adige. Secondo voi, a occhio e croce, hanno un servizio migliore o peggiore gli altoatesini che pagano quasi la metà di quanto paghiamo noi?”, si chiede e chiede laconicamente Zullo. Il quale, per far comprendere che parla a ragion veduta, porta i dati della gestione di Emiliano e compagni, per agevolare la risposta. Dunque, la gestione pugliese dei rifiuti è divisa in ARO, l’organizzazione che gestisce il servizio di spazzamento, raccolta e trasporti dei rifiuti accorpandolo per Comuni. Per ovvie ragioni (essendo residente), il capogruppo di FdI a via Gentile conosce bene quella ARO Bari/4 che comprende i Comuni di Altamura, Gravina in Puglia, Santeramo in Colle, Cassano delle Murge, Grumo, Toritto e Poggiorsini. L’Aro ha assegnato per l’anno in corso, complessivamente, circa 19 milioni di euro che dovrebbero essere assegnati alle imprese che si sono aggiudicate il servizio. Sennonché a questa cifra vanno aggiunti i rincari dei diversi Comuni che non sono in grado di tenere pulite le proprie città con quanto stanziato dalla Regione Puglia. Aumenti che in alcuni casi (vedi Altamura) sfiorano circa il 92%: in pratica per conferire e avviare a recupero il materiale recuperabile quale umido, carta, vetro e plastica che rappresentano il 70% dei rifiuti e l’ulteriore quota del 30% rappresentato dall’indifferenziato prodotto nei Comuni dell’Agro 4 i cittadini spendono la bellezza di oltre 31 milioni di euro. <<Bei soldini –ironizza ancora, ma non tanto, Zullo – tutti pagati dalla tasca del cittadino che si ritrova comunque a vivere nell’indecenza. Cittadini che pagano un servizio pubblico senza che venga offerta loro la possibilità di esprimere un giudizio sulla qualità del servizio. Infatti, in violazione della Legge regionale n. 24 del 12 (art. 14, co. 9 bis) non esiste una Carta dei Servizi>>. Per questo il medico-consigliere ha posto, attraverso un’interrogazione, dieci domande al presidente della Regione, Michele Emiliano, e all’assessore all’Ambiente, Gianni Stea, per conoscere, ammesso che le sappiano, le loro rispose sull’utilità dell’ARO, se poi ogni Comune ha il suo servizio, i suoi costi, la propria ditta in assenza di qualsivoglia economia di scala tenuto conto che il mantenimento della struttura ARO grava sulle spalle del cittadino attraverso la tassazione. Eppoi, come mai i costi deliberati da ciascun Comune sono differenti in termini percentuali di aumento, rispetto a quelli deliberati dall’Aro atteso che la gestione unitaria deve assicurare il livellamento dei costi verso il basso e l’immediato raggiungimento degli obbiettivi di raccolta differenziata tanto da evitare il pagamento dell’ecotassa? E a quanto ammontano i ricavi da conferimento dell’umido riutilizzato dalle ditte per la trasformazione in ‘compost’ venduto sul mercato? A quanto ammontano i ricavi derivanti dal conferimento di carta e cartone, vetro, materiali ferrosi e plastica? Ancora: se la raccolta differenziata deve indurre al recupero e riutilizzo delle materie recuperate, non Le sembrano esagerati i circa 12 milioni e mezzo annui di euro che i cittadini con il pagamento della tassa sopportano? E chi vigila sulla corretta esecuzione del servizio da parte dell’ATI, il corretto adempimento degli obblighi contrattuali, l’applicazione e l’incasso delle penali? Non ultima domanda per la coppia Emiliano-Stea: a quanto ammontano ad oggi le penali applicate all’ATI per ciascun Comune dell’ARO e se sono state incassate? E se si intende dare sostanza al disposto del citato art. 14 della L.R. 24/12 che al comma 9 prevede il diritto-dovere che il Comune nel quale si verificano varie e reiterate inadempienze contrattuali sanzionate da penalità seriali o nel quale si accerta una deficitaria sostenibilità economico-finanziaria del nuovo gestore unitario tale da compromettere la regolare esecuzione del contratto, esercita il diritto/dovere di intimare all’autorità dell’ARO di procedere alla risoluzione del contratto con il nuovo gestore unitario per inadempimento secondo i principi del codice civile e dell’articolo 203 del codice dell’Ambiente? Cosa intende fare affinché ai nostri cittadini che pagano la Tari sia assicurata la Carta dei Servizi e il sistema di valutazione della qualità del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti sotto il profilo dell’efficacia, dell’efficienza e dell’economicità assicurando, ai fini del miglioramento continuo della qualità, la valorizzazione del punto di vista del cittadino/contribuente e la rilevazione della soddisfazione degli utenti e degli operatori? In fondo sono i cittadini che pagano il costo della gestione dei rifiuti e hanno il diritto di far sentire la propria voce. Infine, come mai la Regione mette a disposizione somme straordinarie per le bonifiche del territorio senza rendersi conto che nel contratto ARO 4 le bonifiche periodiche sono già previste e se vengono effettuate? Tutte domande, potete scommetterci, che rimarranno senza risposta, seppelliti nella grande fossa comune, come le montagne di sacchi dei rifiuti, delle belle intenzioni sventolate da Emiliano e Stea…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 23 Novembre 2019

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