Cronaca

Sempre lo stesso, brutale gioco: indebolire il pubblico per arricchire i privati

Perché si trasferiscono interi reparti che funzionano egregiamente all’interno degli ospedali baresi appartenenti all’azienda sanitaria più grande della regione Puglia, cioè la Asl di Bari? Leonardo Damiani, medico ginecologo presso l’Ospedale ‘Di Venere’ di Bari/Carbonara ha la risposta pronta e per farsi capire racconta, prendendola larga, come si dice. Ma giusto per farsi comprendere bene, appunto: <>. E allora, cosa accade in questa Puglia della sanità sempre affidata a loschi interessi? Per Leonardo Damiani è un film già visto: <<….quattro anni fa fu soppressa l'Anatomia Patologica del Di Venere per trasferirla al S.Paolo e, di fatto, si crearono problemi per curare al meglio i pazienti.  E il tutto fu anticipato con la soppressione della sala operatoria di Dermatologia che era centro di riferimento per la cura dei melanomi dove per il successo della cura  l'esame estemporaneo era necessario. Il disegno appare chiaro: favorire le case di cura private che di privato hanno solo il nome perchè finanziate dal Pubblico grazie agli accreditamenti con la Regione. E qui certamente non si privano dell'Anatomia Patologica. Grandi interventi, rianimazioni inesistenti, primari in pensione che portano pazienti e garanzie per grandi profitti grazie a costi contenuti per il personale e ricorso a medici....pensionati e consulenti. Un'ennesima denuncia, soppressione di centri di eccellenza e donne e pazienti costretti ad emigrare. E chi paga? La Regione cioè Noi  il ricovero e i parenti costretti a pagarsi la permanenza in albergo e il proprio sostentamento ignari e nel contempo vittime>>.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 13 Luglio 2016

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio